Crepet: “L’inganno dell’intelligenza artificiale mina le basi del pensiero critico. Tecnologie digitali non hanno migliorato tutto. Mi faccio 10mila domande per capire se è vero, un problema enorme”
Lo psichiatra e sociologo ha denunciato quello che definisce un vero e proprio “inganno” che sta minando le fondamenta del pensiero critico. Le parole del professore non lasciano spazio a interpretazioni: “Ho visto un meme di Trump che parla con Putin fatto dall’intelligenza artificiale. A me non fa ridere per niente”.
L’allarme di Crepet nasce dall’osservazione diretta di contenuti manipolati che circolano sui social media. Il rischio maggiore, secondo l’esperto, si manifesta quando il contenuto generato artificialmente diventa “più verosimile” della realtà stessa. Un esempio concreto viene fornito dal sociologo stesso: “Uno vede le immagini di una catastrofe, di un terremoto gigantesco molto lontano da noi, sul Pacifico. Poi vede dei leoni marini che si gettano a mare perché spaventati. La domanda che io mi sono fatto: ma è vero o no?”.
La crisi del discernimento nell’era digitale
La riflessione di Crepet si focalizza su quello che considera il “grande problema” dell’era digitale: l’impossibilità di distinguere il vero dal falso. Il professore ha spiegato come questa incertezza rappresenti “una venuta meno della sicurezza” che ha conseguenze dirette sul nostro modo di pensare. “Se mi devo fare 10mila domande per capire se quello che ho visto è vero, non è vero, è inventato, non è inventato, qualcuno vuole tradire la mia buona fede oppure no, questo è un grande problema”.
L’analisi tocca il cuore della questione epistemologica contemporanea: come possiamo ancora fidarci delle nostre percezioni quando la tecnologia permette di manipolare qualsiasi contenuto? Crepet sottolinea come il dubbio costante che le immagini viste sul web possano essere manipolate o vecchie di anni stia creando una crisi di fiducia senza precedenti. La conseguenza diretta di questa situazione è un deterioramento della capacità di elaborazione critica delle informazioni.
L’impatto devastante sui processi cognitivi
Il professore ha collegato esplicitamente questa problematica ai processi cognitivi: “Questo ha a che vedere col pensiero“. La necessità di mettere continuamente in dubbio la veridicità di ciò che vediamo sta modificando radicalmente il nostro approccio alla conoscenza. Non si tratta più soltanto di una questione tecnologica, ma di una vera e propria trasformazione antropologica che riguarda le modalità attraverso cui elaboriamo e processiano le informazioni.
Crepet ha messo in guardia contro l’illusione che la tecnologia digitale avrebbe migliorato automaticamente la qualità della vita: “C’eravamo forse illusi che piano piano, andando avanti, le cose sarebbero andate bene. Che con le tecnologie digitali, con l’aspettativa di vita ancora più lunga, le cose sarebbero andate bene. Esattamente non è così“.
Source link