Liguria

Crematorio a Staglieno, Tar respinge i ricorsi contro il nuovo impianto: “Non è un inceneritore”


Genova. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Liguria ha respinto i ricorsi presentati da Lega Ambiente nazionale e Italia Nostra contro l’iter che ha portato all’avvio della costruzione del nuovo forno crematorio all’interno del cimitero monumentale di Staglieno a Genova. I giudici della seconda sezione, inoltre, hanno dichiarato inammissibile l’intervento del Comitato Cittadini delle Banchelle, che aveva chiesto di partecipare al procedimento a sostegno di Lega Ambiente.

L’impianto, nel frattempo, è in fase oramai avanzata di costruzione: secondo quanto dichiarato dalla società Tempio Crematorio di Genova, che ha ottenuto la concessione dal Comune di Genova per la realizzazione e la gestione dell’oper secondo un contratto di project financing, è quello di attivare le macchine prima dell’estate.

Secondo quanto si legge nelle motivazioni della sentenza, i giudici hanno respinto le tesi dei ricorrenti che sostenevano che il il forno crematorio fosse assimilabile a un impianto di incenerimento rifiuti e che, data la sua collocazione, la sua approvazione avrebbe dovuto essere preceduta da una variante al Piano Urbanistico Comunale. Da qui ne derivava la necessità, respinta in subordine, di passare dalla valutazione di impatto ambientale. “La proposta assimilazione di un impianto crematorio ad un impianto di smaltimento di rifiuti urbani non pericolosi ai fini del suo assoggettamento a VIA costituisce una forzatura dal punto di vista giuridico, oltre che etico“, scrivono i giudici nelle motivazioni.

Le reazioni

Mentre i ricorrenti valuteranno nei prossimi giorni se impugnare questa sentenza, arrivano le prime reazioni tecniche e politiche. “Al di là delle sentenze e della legittimità, ancora nessuno in tutta Genova ha capito cosa serve questo secondo forno crematorio, visto che quello attualmente in funzione copre grandemente il fabbisogno della città. Come scrive un documento di Regione Liguria – ha scritto So.Crem in una nota questa mattina – Le procedure sono una cosa, la realtà oggettiva è un’altra. Questa è una scelta politica sulla testa dei Genovesi”.

“Dopo anni di promesse e fiumi di parole, Piciocchi e tutta la compagine di destra tirano dritto sulla realizzazione del nuovo forno crematorio a Staglieno. Una scelta squisitamente politica imposta dall’allora sindaco Bucci e da cui nessuno in maggioranza ha mai avuto il coraggio di smarcarsi, nonostante le forti proteste dei residenti, dettate dai comprensibili timori sul peggioramento delle condizioni di vivibilità e salute del quartiere, già critiche per via delle molte servitù presenti – scrive in una nota Lorenzo Passadore, candidato PD alla presidenza del Municipio Media Valbisagno – La nostra opposizione non ideologica ma supportata dai numeri, contesta l’ennesima scelta arbitraria dell’Amministrazione di destra. I dati dicono che l’attuale forno soddisfa abbondantemente le richieste di cremazione della Città Metropolitana e un nuovo impianto sarebbe solo giustificato dal fatto di far giungere nuove salme da fuori provincia e regione, trasformando un servizio utile alla collettività in mero business a danno , ancora una volta , dei residenti della Val Bisagno“.

“In Liguria non esiste un piano regionale di coordinamento dei forni crematori. Nell’aprile 2023 il Consiglio Regionale aveva votato la sospensione di autorizzazioni da parte di Città Metropolitana e Province di nuovi forni crematori fino alla sua emanazione, ma in questi mesi Bucci si è ben guardato da muovere un solo dito. Come nel caso dello Skymetro, ancora una volta si cerca di aggirare le regole per assecondare gli interessi di pochi – scrive il consigliere regionale del Partito Democratico Simone D’Angelo – A Genova, lo dicono i dati, non serve un nuovo forno crematorio, che sarebbe giustificato solo dalla volontà di fare business, facendo arrivare le salme da altre Regioni. Un’operazione economica, come tante altre fatte da questa destra, giocata ancora una volta sulle spalle delle cittadine e dei cittadini della Val Bisagno a cui questa destra è pronta a imporre l’ennesima servitù”.

“Il nuovo forno crematorio a Staglieno è una scelta sbagliata, imposta dall’alto e calata sul territorio senza ascolto né confronto. Ancora una volta l’amministrazione di centrodestra, con Piciocchi in testa, prosegue su una linea che ignora le proteste dei cittadini della Val Bisagno e mette in secondo piano salute, vivibilità e sicurezza. Non è un’opposizione ideologica, la nostra: i numeri parlano chiaro. L’attuale impianto copre ampiamente il fabbisogno della città metropolitana. Il nuovo forno servirebbe solo ad attrarre salme da fuori regione, trasformando un servizio pubblico in un business privato, a scapito di un territorio già gravato da numerose servitù. In più, ci troviamo di fronte a scelte tecnicamente discutibili: l’area individuata è a rischio idrogeologico, ai piedi di una frana attiva, e manca una Valutazione Ambientale degna di questo nome”, dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Federico Romeo.

“Grave anche il mancato coinvolgimento di So.Crem, l’ente del Terzo Settore che gestisce oggi il servizio crematorio con esperienza e serietà. Nessun confronto, nessun tavolo. Solo silenzi. È l’ennesima prova di un finto decentramento: i Municipi, come quello della Val Bisagno, vengono svuotati di ruolo e ridotti ad approvare decisioni già prese altrove. Noi continueremo a batterci per un modello di sviluppo diverso: partecipato, sostenibile e davvero rispettoso delle esigenze dei cittadini”, conclude Romeo




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