Così la Ue allarga i suoi orizzonti: primo vertice con i Paesi dell’Asia centrale
BRUXELLES – La strategia europea di rafforzare i legami con Paesi terzi, in un contesto internazionale scombussolato dal conflitto russo in Ucraina e dalla guerra commerciale di Donald Trump fa tappa questa settimana in Asia centrale. Con i Paesi della regione i vertici dell’Unione europea tengono oggi il primo summit bilaterale, a Samarcanda. L’obiettivo è di rafforzare in nome del principio della Realpolitik i contatti economici, a dispetto di delicate situazioni politiche.
Spiegava un funzionario comunitario nei giorni scorsi: «Il vertice a livello bilaterale offre sia all’Unione europea che all’Asia centrale l’opportunità di dimostrare il loro impegno ad approfondire i legami bilaterali e a rafforzare la cooperazione regionale in settori di interesse comune. Tra questi, citerei la sicurezza, la collaborazione in materia di commercio e di investimenti, la transizione verde e digitale, la connettività così come le materie prime critiche».
Al summit parteciperanno, oltre al presidente del Consiglio europeo António Costa e alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, i leader del Kirghizistan, del Kazakistan, del Tagikistan, del Turkmenistan e dell’Uzbekistan. I Paesi offrono evidenti opportunità. Il commissario responsabile dei partenariati internazionali Jozef Síkela ha visitato in marzo due megaprogetti comunitari: la diga di Rogun in Tagikistan e il giacimento minerario di Olmaliq in Uzbekistan.
Con la regione l’interscambio comunitario ha registrato nel 2023 un valore di poco più di 52 miliardi di euro. L’Unione europea soffre di un deficit commerciale di oltre 12 miliardi di euro. Le esportazioni dell’Asia centrale verso l’Europa si concentrano in gran parte su alcuni prodotti di base, in particolare il petrolio, il gas, i metalli e le fibre di cotone. Le esportazioni europee sono dominate da macchinari, attrezzature di trasporto e altri prodotti manifatturieri.
In Asia centrale, l’Unione europea è anche il principale investitore straniero. Rappresenta il 40% dello stock di investimenti. Secondo l’Istat, la quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali è aumentata nel 2023 in Asia centrale dall’1,42% all’1,70%. A titolo di esempio, secondo l’ambasciata kazaka a Roma, l’Italia è il terzo partner commerciale del paese dopo la Russia e la Cina. Sono presenti in Kazakhstan «più di 260 imprese a capitale italiano».
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