Salute

cosa sono le facebikini che stanno spopolando in Cina

Dalle spiagge di Qingdao al fatturato record: è boom di acquisti per le facekini. Soprattutto in Cina e in gran parte dell’Asia, sono schizzate le vendite di questa particolare mascherina protettiva. Il Covid o le altre malattie non c’entrano: le persone le acquistano per ripararsi dai raggi UV.

Inventata nel 2004 da Zhang Shifan, un ex contabile proprio di Qingdao, la particolare maschera nasce come strumento funzionale per proteggersi dai raggi UV. Con il passare degli anni, il prodotto è diventato sempre indispensabile per i migliaia e migliaia di bagnanti. Il facekini è una maschera che può coprire tutto il viso (o solo la parte inferiore), estendendosi fino alla fronte, al collo e al petto. È fatto con un tessuto sintetico lavabile. Il costo parte da 2-3 dollari ma può arrivare anche a 50 (in caso di prodotti brandizzati e di marca). L’obiettivo primario è proteggersi di raggi UV.

In molti lo abbinano a tute con maniche lunghe, occhiali da sole, visiere o ombrelli, per una protezione completa. Nel 2024, in Cina, i facekini hanno portato a circa 80 miliardi di yuan (11 miliardi di dollari). Anche quest’anno le cifre sono destinate a lievitare verso l’alto.

La “sunxiety”

Il timore crescente dei danni solari ha dato origine al termine “sunxiety“, la fusione ‘sole’ e ‘ansia’ (‘sun’ e ‘anxiety’ in inglese). I raggi Uv sono diventati una vera e propria fobia, portando tante persone a evitare il sole. La “sunxiety” ha trovato tanto riscontro sui social, con utenti che fanno un uso spropositato della protezione solare, per la paura di malattie o di invecchiare prematuramente.


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