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Cosa pensano le escort dei codici Ateco 2025 per fatturare?

L’1,5% delle escort che si pubblicizzano online accetta pagamenti elettronici. Le recensioni scritte dagli utenti su Escort Advisor, primo sito di recensioni di escort in Europa, lo confermano e le escort lo pubblicizzano sui loro profili. Questo dato è sintomo di una volontà esistente da tempo da parte di una buona parte delle professioniste del sesso di trovare una propria regolarizzazione fiscale. Infatti, molte hanno accolto in maniera positiva la specifica dei codici Ateco 96.99.92. Questo perché in Italia la professione di escort è legale, ma non regolamentata come le altre ritenute socialmente accettabili.

Escort Advisor ha chiesto ad un campione di escort cosa pensano di questa specifica entrata in vigore dal 1 aprile 2025 e con la consulenza del commercialista Dott. Cesare Beolchi ha delineato un quadro del settore. I numeri di Escort Advisor confermano la dimensione di un fenomeno difficilmente ignorabile: più 60.000 numeri di telefono di escort che si pubblicizzano online indicizzati dal portale e oltre 6 milioni di utenti unici mensili, con quasi 820 mila recensioni di incontri.

Codici Ateco: le escort li usavano già

Io pago già le tasse. Ho sempre utilizzato il codice Ateco dedicato al servizio alla persona che era molto generico, non specifico per il settore – spiega Mel, vincitrice della classifica top escort 2024 di Escort Advisor – Era l’unico modo che ho trovato per pagare le tasse. Adesso vedrò con il mio commercialista come fare per rientrare in questa specifica categoria, così da essere più tranquilla.

Penso che il codice Ateco per il settore sia una bellissima occasione. È un’opportunità per tutte le ragazze che vogliono avere una vita tranquilla e serena rispetto al fisco – continua Mel – Anche per mettere qualche soldo in banca, per fare investimenti, finanziamenti, addirittura mutui. Per me vuol dire libertà e potrebbe essere l’inizio di un possibile dialogo per regolarizzare il settore in tutti i sensi, non solo a livello fiscale, ma anche come tutela di tutti i diritti.

In realtà, la situazione fa clamore solo per la puntualizzazione del settore nei codici Ateco. Le differenze tra il vecchio codice che contemplava l’attività di escort (96.09.03) e l’attuale (96.99.92) sono: l’introduzione di uno specifico riferimento alla fornitura di servizi sessuali e alla organizzazione di servizi sessuali, di eventi di prostituzione o gestione di locali di prostituzione; l’inserimento esplicito della parola escort che prima non era espressamente indicata in quanto c’era solo il termine italiano accompagnatrice; l’indicazione della versione maschile accompagnatore che in precedenza non era presente.

Come conferma il Dott. Cesare Beolchi, Dottore Commercialista in Milano, in esclusiva per questo approfondimento di Escort Advisor: Nella sostanza, l’attività di escort, quale professionista individuale, era già prevista dalla precedente formulazione del codice. La novità assoluta, invece, è la parte relativa all’organizzazione di attività inerenti il settore della prostituzione, che ritengo, allo stato attuale, inutilizzabile, in quanto attività che risultano essere contrarie alla legge. Ma questo tema sarebbe da approfondire meglio dal punto di vista legale.

I doveri fiscali che aprono ai diritti: una necessità per vivere

Sicuramente l’attenzione che è stata creata, può aiutare la comprensione dei doveri e soprattutto dei diritti: L’apertura di una partita iva con il codice ATECO 96.99.92 comporta, come per tutte le altre tipologie di attività svolte in proprio, l’obbligo di tenuta della contabilità e la presentazione della dichiarazione dei redditi, con il conseguente versamento delle imposte e dei contributi INPS – continua il Dott. Beolchi – I benefici, invece, sono quelli di poter esercitare l’attività in un regime di regolarità fiscale e contributiva, avendo quindi la possibilità di far valere i propri diritti da lavoratore e cittadino. Il fatto di esercitare l’attività in regola da un punto di vista fiscale, permette di poter versare in banca i propri incassi, anche in contanti, di richiedere dei prestiti, di poter dimostrare di avere un certo volume di reddito, che può essere necessario per affittare casa. Inoltre, il versamento di contributi INPS, garantirà in futuro a queste professioniste una pensione.

Conferma questa necessità la escort Linda De MartiniI contanti hanno perso il loro valore di acquisto, se vuoi acquistare qualcosa che superi le soglie consentite per i bonifici, vieni segnalato, quindi sì, è perfettamente giusto regolamentare con un Ateco il lavoro da escort, per permetterci di avere una dichiarazione dei redditi.Tra le varie necessità, non ci sono solo comprare una macchina o chiedere un finanziamento, molte di noi hanno problemi a trovare un appartamento in affitto, anche se la casa è un diritto per gli esseri umani, e nessuno affitta se non si hanno delle garanzie.

Continua Linda che aveva già trovato il suo modo per regolamentare le proprie entrate: L’anno scorso ho aperto una partita iva e faccio la dichiarazione dei redditi, come massaggiatrice olistica. Regolamentare la professione, per me, significa avere più sicurezze in termini economici, poter acquistare una casa, senza rischiare che il conto corrente mi venga bloccato e segnalato e poter godere in futuro di una pensione un pochino più alta e dignitosa.

Una modifica che non tiene conto della realtà del settore: la necessità di un riconoscimento non solo fiscale

Anche se una buona percentuale di escort che esercitano in Italia la professione ha già trovato un modo per regolarizzarsi al fisco e trova una conquista questa specifica nei codici Ateco, altre sono scettiche, come la escort Alessia Italiana che si chiede come si potranno controllare le straniere che lavorano in Italia, ma che non sono in regola con i permessi di soggiorno. Andrà a finire che subiranno più controlli le escort residenti in regola, che pagheranno le tasse, rispetto a quelle che continueranno a lavorare in nero perché per lo Stato non esistono essendo irregolari che mandano i soldi all’estero.

Le fa eco anche la escort Luna SquirtyE’ molto bello per coloro che non hanno nulla da nascondere e non hanno problemi a portare i soldi in banca come me, anche se gli impiegati mi guardano sempre male. Nonostante questo, chi vuole mettersi in regola lo può fare, non pensavo che in Italia potesse accadere. L’unica cosa che mi fa pensare è il tema delle escort straniere non in regola che non potranno accedervi.

Se il riconoscimento da un punto di vista fiscale può garantire dei diritti alle professioniste del sesso, dall’altra apre al tema del riconoscimento sociale e dello stigma legato al settore: Non credo che questa modifica aiuterà ad aumentare il numero di escort che aprirà una partita iva e che pagherà le tasse, in quanto, a mio avviso, il problema dello stigma per il tipo di professione che svolgono è molto forte – conclude il Dott. Cesare Beolchi – Per assurdo, il fatto di avere un “patentino fiscale” che riporta così esplicitamente il tipo di attività svolta, potrebbe essere un deterrente ad utilizzare tale codice, per evitare di dover far sapere ai terzi, ad esempio la banca o il proprietario di casa, l’attività svolta.

Non va per il sottile sul tema anche Mike Morrafondatore di Escort Advisor, primo sito di recensioni di escort in Europa, che dal 2014 raccoglie le esperienze degli italiani nel sesso a pagamento: Sembra che l’Agenzia delle Entrate, alla ricerca di nuovi fondi da recuperare, abbia deciso di regolamentare le escort prima del Parlamento! Sappiamo che stanno recependo un indirizzo comunitario ma è indicativo di come questo lavoro (perché questo è) abbia bisogno di un quadro normativo più moderno che consenta alle donne che esercitano la professione di poter affrontare il mondo da un piano di parità.

Conclude Morra: La professione di escort esiste. Il problema è che esiste solo per il fisco al momento. Abbiamo sempre sostenuto le escort e il loro riconoscimento come professioniste, così come abbiamo sempre garantito ai loro clienti il diritto di scegliere in sicurezza. Le persone vogliono intraprendere questo lavoro vivono ancora nel limbo della legalità non regolamentata, magari adesso possono pagare le tasse e garantirsi un minimo di contributi e diritti, ma arriveremo mai ad un pieno riconoscimento della professione al pari di tutte le altre svolte da liberi professionisti? O persisterà lo stigma e una mentalità rimasta alla Legge Merlin? Una buona percentuale di escort già utilizzava il precedente codice ATECO, come esiste una costante rivendicazione dei diritti da parte del settore. Lo Stato batte cassa, ma darà in cambio prima o poi una vera regolamentazione?


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