Corte Ue riconosce matrimoni gay in tutti gli Stati membri
Una sentenza storica della Corte di Giustizia dell’Unione Europea stabilisce oggi che tutti gli Stati membri hanno l’obbligo di riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti in un altro Paese europeo. La decisione segna una svolta nella tutela dei diritti Lgbtq+ in Europa, cancellando disparità legali tra unioni eterosessuali e omosessuali e imponendo agli Stati membri di adeguarsi senza eccezioni.
“Questa sentenza fa piazza pulita di tanta propaganda che la comunità Lgbt subisce da anni e mette sullo stesso piano legale e valoriale le unioni etero con quelle gay, così come dovrebbe essere”, ha commentato Carolina Morace, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. Morace ha sottolineato come Paesi come Polonia, Ungheria e Bulgaria siano ancora “all’anno zero dei diritti” e ha invitato l’Italia a recepire pienamente la decisione europea, approvando il matrimonio egualitario anche nel nostro Paese: “Non possono esistere unioni di serie B né in Italia, né in Europa”.
Sulla stessa linea Alessandro Zan, europarlamentare del Pd e responsabile Diritti nella segreteria del partito: “La Corte di Giustizia Ue oggi abbatte un altro paletto: se due persone dello stesso sesso si sposano in un Paese europeo, quel matrimonio va riconosciuto anche nel loro Stato d’origine. È uno schiaffo ai governi che fanno guerra alle persone Lgbtqia+. Ora anche l’Italia introduca il matrimonio ugualitario, unica strada per garantire davvero l’uguaglianza vera fra le coppie”.
Attualmente, l’Italia riconosce i matrimoni gay celebrati all’estero solo come unioni civili, con diritti e doveri ridotti rispetto al matrimonio. La sentenza della Corte Ue apre quindi la strada a un cambio normativo che potrebbe rendere effettivo il principio di parità tra tutte le coppie, a prescindere dal sesso dei partner.
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