Emilia Romagna

Corte Bologna rinvia decisione al 9 settembre


La Corte d’Appello di Bologna ha rinviato a martedì 9 settembre la decisione sulla richiesta di estradizione avanzata dalla Germania nei confronti di Serhii Kuznietsov, 49 anni, ex capitano dell’esercito ucraino arrestato a Rimini lo scorso 20 agosto mentre era in vacanza con la famiglia. L’uomo è accusato di aver preso parte al sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, avvenuto nel Mar Baltico nel settembre 2022.

Dopo oltre cinque ore di udienza, i giudici hanno accolto l’istanza della difesa, rappresentata dall’avvocato Nicola Canestrini, che ha chiesto di verificare le condizioni di detenzione negli istituti tedeschi. Anche la procura generale, inizialmente favorevole alla consegna, ha sollecitato ulteriori approfondimenti, spingendo così al rinvio della decisione.

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Le argomentazioni della difesa

Nella memoria depositata in aula, Canestrini ha invocato il principio di immunità funzionale, secondo il quale gli atti compiuti in tempo di guerra per conto di uno Stato non sono perseguibili. Ha inoltre ricordato che in Danimarca un’indagine analoga è stata archiviata, circostanza che in base agli accordi di Schengen potrebbe avere effetti anche sul caso Kuznietsov.

Al centro del dibattito anche il cosiddetto “principio di bandiera”, già applicato nel 2008 nel caso Calipari, che impedisce di processare un militare straniero per atti compiuti in servizio.

I rischi per i diritti fondamentali

Secondo la difesa, l’estradizione comporterebbe seri rischi di violazione dei diritti fondamentali, con possibili esposizioni a un processo non equo e a condizioni carcerarie degradanti. L’Agenzia nazionale per la prevenzione della tortura ha infatti segnalato in Germania casi di sovraffollamento, detenuti costretti a dormire su materassi a terra, celle senza finestre e pratiche di contenzione con catene metalliche.

Le dichiarazioni

“Il rispetto dei diritti fondamentali non è mai negoziabile, neppure davanti a un mandato d’arresto europeo”, ha dichiarato Canestrini. “La difesa non chiede privilegi, ma il rispetto delle regole che fondano lo Stato di diritto”.

Kuznietsov, descritto come uomo di corporatura massiccia e allenato, ha sempre negato ogni coinvolgimento nel sabotaggio dei gasdotti. Attualmente si trova in custodia cautelare in Italia, in attesa della decisione della Corte bolognese, che dovrà bilanciare il mandato d’arresto europeo con le eccezioni previste in materia di estradizione.

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