Società

Corsi Indire, Collettivo docenti di sostegno: “indeboliscono la qualità dell’insegnamento. Rivedere le modalità di verifica”

Alla vigilia dell’avvio dei corsi da 36 e 48 ECTS dedicati agli insegnanti con titolo conseguito all’estero, il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati prende posizione in modo netto. Le preoccupazioni riguardano il disegno generale, l’organizzazione e l’efficacia di un progetto formativo che, secondo quanto dichiarato dal gruppo, rischia di indebolire la qualità dell’insegnamento destinato agli alunni e alle alunne con disabilità.

Un ruolo che richiede competenze reali

Nel documento condiviso dal collettivo, si chiarisce che il sostegno scolastico non può essere ridotto a un obbligo procedurale. Si tratta, piuttosto, di un ambito che presuppone strumenti professionali avanzati, esperienza sul campo e riflessione pedagogica continua. Per questo, i percorsi formativi destinati ai docenti con titolo estero dovrebbero rispecchiare standard elevati, non essere compressi o gestiti in maniera approssimativa.

I nodi irrisolti del progetto INDIRE

Secondo quanto riportato nel comunicato, sarebbero diverse le criticità individuate all’interno della proposta formativa gestita da INDIRE:

  • assenza di un calendario dedicato per i corsi da 36 ECTS, che costringe i partecipanti a escludere manualmente le lezioni non pertinenti;
  • comunicazione tardiva delle credenziali d’accesso, senza tempo utile per ambientarsi con piattaforme e strumenti digitali;
  • mancanza di sedi d’esame definite, con disagi evidenti nella pianificazione personale e lavorativa;
  • sistemi di rilevazione presenze non standardizzati, che trasferiscono responsabilità gestionali al singolo docente;
  • valutazione finale ridotta a cinque quiz a risposta multipla per materia, modalità che non rispecchia la complessità del profilo professionale richiesto;
  • pianificazione delle attività didattiche in orari marginali o durante i fine settimana, con conseguente impoverimento del contenuto formativo.

Richieste concrete per un cambiamento strutturale

A fronte di questi elementi, il Collettivo formula alcune richieste precise:

  • garantire una tutela chiara per chi ha conseguito la specializzazione sul sostegno secondo il D.M. 249/10;
  • rivedere le modalità di verifica affinché possano valorizzare il pensiero pedagogico e le competenze professionali dei partecipanti;
  • riconoscere il valore imprescindibile del tirocinio reale, senza surrogati teorici o prove standardizzate;
  • prevedere investimenti strutturali nella formazione degli insegnanti di sostegno, evitando approcci transitori o semplificati.

Il nostro – si legge nel comunicato – è un appello accorato, ma determinato. Formare infatti docenti di sostegno significa formare figure centrali per la scuola pubblica di domani e farlo con superficialità è un’offesa all’intera comunità scolastica, ma prima ancora, agli alunni/alunne e alle famiglie che confidano nella scuola per costruire percorsi autenticamente inclusivi“.


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