Economia

Corsa ai crediti CO2: Tesla incassa, ma il mercato vede la svolta

Negli ultimi anni Tesla ha tratto enormi vantaggi dalle normative green. La casa automobilistica americana leader nella produzione di auto a batteria ha potuto godere di extraprofitti per 11,7 miliardi di dollari dal 2012 (+166% tra il 2019 e il 2020) grazie alla vendita di crediti ai concorrenti in crisi per la bassa domanda. E quindi in difficoltà con la normativa europea sui limiti alle emissioni di CO2, che impone ai produttori il rispetto di una media per la loro flotta. A partire dal 1 gennaio 2025 la Commissione europea ha imposto un nuovo limite medio di 93,6 gCO2/km. I costruttori che non rientreranno nei parametri potrebbero pagare pesanti multe, calcolate in base allo sforamento del limite e al numero di veicoli venduti. Sempre che Bruxelles non decida diversamente nei prossimi giorni.

Nel solo 2024, la casa guidata da Elon Musk ha incassato circa 2,7 miliardi di dollari, con un impatto medio di 8.000-9.000 dollari per veicolo venduto in Europa. Ma grazie alla svolta verso l’ibrido, il 2025 potrebbe essere – si legge nello studio di AlixPartners “Multe per le emissioni di CO2 e mercato dei crediti nell’Unione Europea” – l’ultima grande opportunità per produttori come il gruppo cinese Geely (che controlla Volvo e Polestar e detiene il 9,69% di Mercedes-Benz tramite un veicolo del fondatore Li Shufu) o, potenzialmente, il colosso emergente dell’elettrico, la cinese Byd.

Il paradosso delle regole Ue

«Le case automobilistiche – commenta Dario Duse, responsabile EMEA Team Automotive e Country Leader Italia di AlixPartners – hanno pianificato da tempo il lancio di modelli con minori livelli emissivi per ridurre il possibile esborso collegato ai nuovi limiti. Da un lato, quindi, la penetrazione dei Bev (veicoli a batteria, ndr) è inferiore rispetto alle previsioni, ma dall’altro i costruttori si sono preparati per il nuovo scalino normativo, introducendo motori downsized (da 4 a 3 cilindri, ndr) e aumentando la quota di veicoli ibridi. Tuttavia resta paradossale che alcune case europee potrebbero trovarsi a pagare crediti proprio ai loro nuovi concorrenti diretti, come BYD e Geely».

Multe tra 6 e 11 miliardi

Secondo le previsioni di AlixPartners, il totale delle sanzioni per il 2025 potrebbe variare tra i 6 e gli 11 miliardi di euro, molto meno dei 15-16 miliardi stimati inizialmente da Acea, l’associazione europea dei costruttori. Il motivo? Proprio l’evoluzione del mix di prodotto. La domanda di crediti di CO2 quest’anno resta comunque alta: tra 900mila e 1,2 milioni di unità, circa doppia rispetto all’offerta di 500-550mila unità, sempre secondo la società globale di consulenza. Ecco perché grandi gruppi come Volkswagen e Stellantis avranno ancora bisogno di acquistare crediti. E Tesla, con la sua disponibilità di 300mila unità Bev equivalenti (pari a un valore di 2,6 miliardi di euro) sarà tra i principali beneficiari. Nel 2026, però, il calo della domanda è stimato a 200-400mila unità, contro un’offerta di 650mila. Nel 2027 la domanda dovrebbe oscillare tra 20mila e 200mila unità, contro un offerta di 650-700mila unità.

IL MERCATO DEI CREDITI CO2

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Il crollo della domanda di crediti per le emissioni si spiega anche con l’entrata in vigore, proprio dal 2026, per i veicoli nuovi, della normativa Euro 6e-bis, che penalizzerà gli ibridi plug-in. «Questo – sostiene Duse – potrebbe accelerare ulteriormente la transizione verso l’ibrido puro (Hev) o mild hybrid (Mhev)». Insomma, «ciò che sta avvenendo è una migrazione potente verso l’ibrido e una transizione verso motori più efficienti».


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