Corruzione Ars, l’hashish in casa dell’ex portavoce di Galvagno. De Capitani: «Ero fuori come un balcone»
Per un giorno addio dibattiti su corruzione, fondi allegri e “amichettismo”. Ora la questione, che pare imbarazzare di più Fratelli d’Italia, è che Sabrina De Capitani, l’ex portavoce del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, risulta essere una consumatrice di cannabis. Lo scorso gennaio, quando i finanzieri sono andati a notificarle l’avviso di proroga delle indagini per corruzione e hanno perquisito la casa palermitana che condivideva con il pupillo di Ignazio La Russa hanno trovato – come scrive Repubblica – in un trolley una modica quantità di hashish. Nessun rilievo penale, solo una segnalazione in Prefettura come stabilisce la normativa.
Nelle informative sui tavoli dei pm di Palermo che hanno in mano l’inchiesta sulla corruzione c’è una persona che rischia un’imputazione per spaccio. Ed è Davide Sottile, organizzatore di eventi palermitano e imprenditore nella ristorazione. E sarebbe lui il “pusher” di De Capitani. «Che sigarette vuoi?», le chiede in una conversazione intercettata. «Indovina?», è la risposta della califfa.
Sottile comunque avrebbe anche gestito le richieste di “fumo” dell’artista italo-egiziano Omar Hassan, indagato per corruzione per la mostra alla Federico II. Il pittore avrebbe addirittura chiesto a Sottile di vendergli un certo quantitativo di droga, per avere «una scorta» a casa della comunicatrice padana. Galvagno però sarebbe stato all’oscuro del vizietto di Hassan. Lo ammette la stessa De Capitani: «Gae non lo sa neanche, è venuto qua a dormire che si sarà fatto credo bah 570 canne perché lui si sveglia la mattina e fuma… È sempre fuori come un balcone» .
Ma da quello che emerge da più intercettazioni anche la califfa sarebbe solita al consumo di cannabis: «L’altro giorno ero fuori come un balcone perché mi son pure fatta una canna», confida al telefono a un interlocutore.
Sottile, comunque, sarebbe però l’ultimo anello di una catena di un giro di spaccio dedicato all’alta società palermitana. Per i finanzieri Sottile si procurerebbe la droga tramite un proprio dipendente con qualifica di «barman di nome Angelo» – rimasto ignoto – che a sua volta si rifornirebbe «tramite un terzo soggetto non meglio individuato che avrebbe una ”coda allucinante” di clientela».
Sull’uso di sostanze stupefacenti Galvagno (così come i meloniani) è sempre stato molto chiaro. Il presidente dell’Ars si è anche sottoposto al test antidroga. Era contrario, quindi. Ma ora la domanda è: sapeva che la sua portavoce ogni tanto fumava spinelli e che a procacciarglieli era il suo «amico» Davide Sottile?