Toscana

Coraggio e idee chiare. La strategia di Bucchi nel colpaccio di Ascoli


L’Arezzo espugna Ascoli e si regala una di quelle giornate che restano in memoria. Al Del Duca, davanti a undicimila spettatori e contro una squadra imbattuta in casa, terza in classifica, con il miglior reparto difensivo del torneo, la squadra di Bucchi ha offerto una prova di maturità tecnica e caratteriale. Non una vittoria casuale ma un piano gara costruito con lucidità, applicato con coraggio e mettendo in preventivo qualche rischio fisiologico.

L’allenatore ha scelto il 4231, modificando assetto per sfruttare quella duttilità che Chierico incarna meglio di chiunque. Lui, regista-mezz’ala-trequartista tutto insieme, ha giocato una partita totale: corsa, interdizione, tecnica, freddezza in occasione del gol del raddoppio, costruito da un Ravasio subentrato benissimo. L’Arezzo la partita l’aveva indirizzata prima, con la mezza girata di Pattarello che ha fatto impazzire il settore ospiti. Fino a quel momento il 10 si era trascinato dentro una gara complicata. Poi, come gli capita spesso, si è acceso all’improvviso: un lampo, un gesto tecnico che pesa più di tutto. È il marchio dei giocatori veri, quelli che non hanno bisogno di 90 minuti per lasciare il segno.

Dietro, reparto granitico, mentre Tavernelli ha recitato d soldato (e non è una novità), coprendo più che inventando. Varela ha corso all’indietro, ripiegando a fare il quinto in difesa, e ha incarnato una delle chiavi tattiche che hanno strozzato il potenziale offensivo dell’Ascoli. E poi Mawuli in versione gladiatore, con la maschera protettiva al viso dopo la frattura dello zigomo, protagonista di uno scampolo di match da applausi, feroce e senza paure.

Alla fine resta un 2-0 che fa il paio con il 3-0 di Ravenna nell’altro scontro diretto stagionale. L’Arezzo allunga in testa della classifica, dimostrando di meritarla per qualità, per coraggio, per la lungimiranza con cui ha preparato una trasferta tosta. Sui tre punti c’è soprattutto la firma di Cristian Bucchi.




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