Copyright sull’identità: la Danimarca rilancia la lotta ai deepfake a tutela di scuola e giovani
Per il mondo della scuola la novità rappresenta uno scudo inedito: disporre di basi giuridiche immediate per chiedere la rimozione di video manipolati che coinvolgono studenti o docenti riduce drasticamente tempi e impatto dei danni reputazionali.
Deepfake, minacce concrete per studenti e docenti
La diffusione dei deepfake non conosce freni: quasi la metà dei contenuti rilevati nei primi mesi del 2025 ritrae persone comuni, non personaggi famosi. A scuola ciò si traduce in rischi di cyberbullismo, deep-nude e altre forme di violenza digitale che colpiscono in particolare i giovani. Il Garante per la Privacy italiano ha richiamato l’urgenza di un’“educazione civica digitale” capace di fornire agli studenti competenze per riconoscere e segnalare manipolazioni audiovisive.
Attualmente, tuttavia, chi subisce un deepfake in Italia deve affidarsi all’articolo 10 del codice civile e alla legge sul diritto d’autore, strumenti poco tempestivi quando l’IA moltiplica e diffonde contenuti in pochi secondi.
Verso una strategia europea di protezione digitale
Il modello danese impone alle piattaforme la rimozione rapida dei contenuti contestati e prevede sanzioni fino al 3% del fatturato per inadempienze sistemiche. Satira e parodia restano tutelate, purché non lesive della reputazione altrui.
Dal gennaio 2026, con Copenhagen alla presidenza di turno dell’UE, il governo punta a estendere la misura in sede comunitaria, aprendo a un quadro normativo uniforme che rafforzerebbe la sicurezza di studenti, insegnanti e personale ATA in tutti gli Stati membri.
In attesa di un intervento europeo, investire in formazione, sensibilizzazione e strumenti legali mirati resta la via maestra per garantire che la scuola rimanga un ambiente protetto, libero dalle manipolazioni digitali dell’identità.
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