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Conte ad Atreju: “Troppe piroette di Meloni. Alleanza col Pd? Non saremo junior partner di nessuno”

Dal palco di Atreju, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte manda un messaggio alla leader dem Elly Schlein: “Non saremo mai il cespuglio o lo junior partner di nessuno, non siamo per fare alleanze strutturali con il Pd perché snaturerebbe le nostre battaglie. Siamo per confrontarci, a tempo debito, se ci sono i presupposti, per una alternativa di governo solida”. L’ex premier è ospite della festa meloniana per la seconda volta (la prima nel 2021, quand’era presidente del Consiglio).

“Fischiatemi pure”

“Ho sentito che le regole di ingaggio prevedono di non fischiare e applaudire e basta. No, per carità, sentitevi liberi. Mi preoccuperei se non ricevessi almeno qualche fischio, io accetto il dissenso”. Il leader dei Cinquestelle, sul palco della festa di FdI con il direttore di Libero Mario Sechi, appena arrivato, si assicura di attirarsi almeno qualche timida contestazione. La platea ne approfitta subito e risponde all’appello con un paio di fischi. Il resto della conversazione, però, richiama anche applausi convinti.

“Ma lei è di sinistra?”

In particolare quando Sechi chiede all’ex premier “ma lei è di sinistra?” e il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte scandisce il proprio di manifesto: “Se sinistra significa contrastare il governo attuale solo nel segno dell’antifascismo, io non ci sto”. Applauso. “Se sinistra significa accogliere tutti indiscriminatamente, io non ci sto”. Altro applauso. “Se sinistra significa occuparsi solo di quelli che vivono nei quartieri residenziali, io non ci sto”. Applauso ancora più forte. “Sta per prendere la tessera di Fratelli d’Italia”, scherza a quel punto il direttore di Libero.

“Aspettate ad applaudire – continua Conte – noi ci siamo definiti ‘progressisti indipendenti’, abbiamo una visione diversa della destra, lavoriamo a un’alternativa a questo governo, siamo convinti che si debbano combattere le tante diseguaglianze di questo Paese”.

“Mai junior partner”

Oltre a rifiutare il ruolo di “junior partner” di qualsiasi altra forza, Giuseppe Conte ha anche addebitato ai dem i movimenti di questi giorni al centro intorno all’ormai ex direttore dell’Agenzia delle entrate: “Ruffini lo conosco come tecnico, molto bravo come fiscalista. Se domattina nasce qualcosa, prendono i voti è la legge della competizione”, dice il leader del Movimento 5 stelle. “La sensazione – dice l’ex premier – è quella di una operazione nata a tavolino dal Pd, che pensa non solo per sé ma anche ad avere tante forze intorno, a costruirsi il senso di una coralità con dei corollari, è brutto dire cespuglietti”.

“Troppe piroette di Meloni”

“Se fossi un elettore di FdI rimarrei molto deluso per le tante piroette e le tante giravolte”, risponde Conte, quando il giornalista chiede una valutazione sulla leadership della presidente del Consiglio. “E come cittadino e leader di un’altra forza politica – continua – oggi sono qui a dire che ci sono tante cose che non vanno. La situazione è drammatica. Non voglio rovinare il clima di festa ma far finta che va tutto bene non è possibile”.

“Perché avete preso i 209 miliardi?”

Botta e risposta anche sui fondi del Pnrr. “Ma lei ha fatto i patti con Juncker”, dice Sechi. “Ho portato a casa 209 miliardi”, replica Giuseppe Conte. “Sì, ma di debito”, incalza il giornalista. “Allora non dovevate toccarli. Gli unici cantieri che sono in giro sono quei 209 miliardi”, dice il leader Cinquestelle.


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