Contaminazioni ambientali, in Italia più del 70% è causato dalle imprese
Ogni anno in Italia centinaia di aziende falliscono a causa dei costi di bonifica. Un dato collegato strettamente alla bassissima percentuale (0,64%) di imprese assicurate per incidenti con ripercussioni sulle risorse naturali. L’allarme viene lanciato da un’elaborazione effettuata da Pool Ambiente, consorzio di coriassicurazione e centro d’eccellenza nazionale sui rischi di responsabilità ambientale, sulla base della rilevazione statistica condotta da Ania (Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici). Nello specifico, ogni anno in Italia si verificano circa 1000-1500 nuovi casi di contaminazione ambientale, di cui oltre il 70% causati dalle imprese. Si parla in larga parte di condotte “regolari”, dato che i reati ambientali e i comportamenti criminali giocano un ruolo minore. La quasi totale assenza di coperture assicurative per le spese di bonifica e ripristino dei danni comporta quindi la necessità di far fronte a ingenti spese, in genere non previste nel budget aziendale, che possono ammontare anche a diversi milioni di euro. Secondo alcuni studi di settore, tra il 5% e il 10% dei fallimenti in settori industriali e ambientali potrebbe essere stato causato proprio dai costi di bonifica.
A questo proposito, Pool Ambiente ha stilato un decalogo per una gestione efficace dei rischi di responsabilità ambientale da parte delle imprese. Oltre alla stipula di una polizza assicurativa, si parla anche dell’identificazione delle potenziali sorgenti di rischio e dell’adesione a procedure e linee guida specifiche per il settore. Poi una speciale attenzione alla formazione del personale e alla manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, di impianti e dispositivi, con annessi interventi strutturali e protettivi. Non mancano indicazioni relative al controllo operativo e, infine, la raccomandazione di pronto intervento immediato per contenere eventuali contaminazioni.
“Il nostro decalogo per la gestione dei rischi di responsabilità ambientale nasce dall’esigenza di creare un vademecum dedicato alle aziende con le pratiche più efficaci da portare avanti per limitare i possibili danni agli ecosistemi”, spiega Roberto Ferrari, responsabile sinistri di Pool Ambiente. “La nostra speranza è che nei prossimi anni, oltre a una maggior diffusione del nostro decalogo, ci sia un notevole aumento nella diffusione delle polizze di responsabilità ambientale. Per ottenere ciò dovrebbero essere messe in pratica misure mirate come la valorizzazione della stipula dell’assicurazione nel rating Esg, nel Report di Sostenibilità e nell’applicazione del Regolamento Tassonomia. In generale, per raggiungere l’obiettivo di una maggiore diffusione di questo tipo di coperture, sarebbe importante sviluppare un’azione coordinata, a livello nazionale ed europeo, per contribuire allo sviluppo di un’attenzione al rischio ambientale e a una maggiore cultura assicurativa”, conclude.
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