Molise

Consiglio regionale, sì alla Consulta per la legalità: il centrodestra si divide – isNews

Oggi il voto sulla mozione presentata dall’opposizione. Non sono mancati i momenti di tensione, con il confronto politico che si è concentrato sull’inchiesta della Dda che coinvolge il presidente Roberti


CAMPOBASSO. Consulta regionale per la legalità, approvata a maggioranza la mozione presentata dall’opposizione. A dire no solo il sottosegretario Vincenzo Niro e la consigliera Stefania Passarelli.

Il voto al termine dei lavori di una seduta monotematica del Consiglio, richiesta dalla minoranza di centrosinistra e accesa da momenti di tensione e dallo scontro politico, che inevitabilmente si è concentrato sull’inchiesta della Dda di Campobasso, che coinvolge anche il presidente della Regione Francesco Roberti, indagato per corruzione. Governatore che si è pronunciato in favore della Consulta, anche se il centrodestra ha poi annunciato una proposta di legge sull’educazione alla legalità e sulla cittadinanza responsabile. Per poi accusare la minoranza di voler portare avanti un’iniziativa finalizzata a colpire Roberti.

“Oggi in Consiglio regionale discutiamo di criminalità e di infiltrazioni mafiose, che rappresentano un cancro del tessuto socioeconomico da combattere ed estirpare – ha dichiarato la consigliera del Pd Alessandra Salvatore – Ma c’è un’altra emergenza da fronteggiare senza ulteriori indugi e che produce gli stessi effetti delle stragi mafiose: parliamo delle violenze sulle donne e dei femminicidi”.

Per la consigliera dem sono necessarie azioni capillari, anche con l’informazione svolta nelle scuole del Molise, interventi previsti con lo stanziamento di 100mila euro, secondo un ordine del giorno approvato all’unanimità.

“Alcune buone notizie. La mozione per la Consulta della Legalità che ho presentato come prima firmataria, insieme ai colleghi di opposizione, è stata approvata a maggioranza – ha dichiarato la capogruppo del Pd Micaela Fanelli – Seconda mezza buona notizia, ieri alcuni consiglieri di centrodestra, in zona Cesarini, si sono lanciati nella presentazione di una Pdl per introdurre alcuni istituti utili alla prevenzione dei fenomeni malavitosi. Speriamo si vada oltre la mera presentazione. Terza buona notizia, il nostro Consiglio salva la faccia della Regione. Tirate fuori col forcipe alcune dichiarazioni dei consiglieri e del presidente nella giusta direzione di condannare i fenomeni di infiltrazione; ma soprattutto il pronunciamento politico del Consiglio regionale. Un fatto importantissimo. Perché altrimenti rispetto alla più rilevante operazione della Dda saremmo stati istituzionalmente omertosi. Non lo potevamo permettere.”

“Male, molto male sul resto – ha aggiunto Fanelli – Sulla sostanza delle cose chieste. Vale a dire: che cosa fa la Regione per i rifiuti, per il controllo di quanto sta accadendo sul tema ambientale e per Energia Pulita. Cosa per disinnescare lo sfruttamento sulle fonti energetiche, sulla malversazione ai danni dell’Unione Europea e i finanziamenti agricoli, sul riciclaggio nell’immobiliare che a Termoli ha raggiunto livelli incredibili, sul pizzo e l’usura, sulla droga e la tratta delle donne ridotte in stato di prostituzione. Infine, la spaccatura a destra sul voto della mozione, poiché alcuni consiglieri non seguono l’indicazione di voto di Roberti, il quale si è reso conto che non poteva proprio fare a meno di dire ‘si’ al nostro atto. Di tutto questo parleremo giovedì a Termoli, alla presenza dei due massimi esponenti del Pd presso la Commissione nazionale antimafia, Walter Verini e Debora Serracchiani. Ne parleremo nella città investita di tutto questo fango – ha concluso Fanelli – E stavolta non mi riferisco ai rifiuti”.

“Personalmente sono consapevole che il presidente Roberti, per quanto riguarda la vicenda in cui è coinvolto, non ha nulla a che fare direttamente con imputazioni legate a comportamenti mafiosi – ha affermato il consigliere del M5s Roberto Gravina – ma il fatto che si sia ritrovato nel mezzo di una vicenda dai contorni gravi danneggia l’intera politica. È in casi come questi che la Regione dovrebbe dimostrare fermezza, alzando il livello della propria risposta istituzionale. Indignarsi oggi per una discussione aperta e trasparente, quando in passato si è fatto ben peggio sul piano della polemica politica per episodi anche meno rilevanti, è pura ipocrisia. Si è preferito, da parte di alcuni esponenti della maggioranza, ricorrere alla retorica solo per tentare, senza alla fine riuscirci, di silenziare il dibattito”.

Gravina ha ricordato come il MoVimento 5 Stelle abbia già presentato nel 2023 una proposta di legge per l’istituzione di una Commissione regionale Antimafia. “Non c’è mai stata la volontà politica di portarla avanti. È facile oggi sventolare proposte alternative, ma la realtà è che non si è voluto discutere nulla finché non è diventato politicamente utile farlo. La disciplina e l’onore – ha concluso Gravina – si esercitano anche nel modo in cui ci si esprime e ci si rivolge agli altri. Personalizzare la discussione o usare toni intimidatori, come purtroppo abbiamo imparato a riconoscere nello stile del presidente Roberti non è il modo corretto per affrontare i problemi reali dei cittadini. Chi governa ha il dovere di essere esempio, non spettatore compiaciuto dei propri automatismi di potere”.

Tra le voci contrarie il sottosegretario Vincenzo Niro. Per l’esponente della maggioranza l’atto di indirizzo era da ritenersi ‘superato’, alla luce della proposta di legge sulla legalità, annunciata oggi durante i lavori dell’Assemblea e presentata dalla maggioranza di centrodestra. Un atto con forza di legge, lo ha definito, e ben più ampio.


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