Consiglio regionale, ddl Omnibus fermo da quasi un mese
di D.B.
È fermo da quasi un mese il disegno di legge della giunta regionale, approvato il 18 settembre e noto come Omnibus, che non è ancora stato assegnato a nessuna delle tre commissioni consiliari dell’Assemblea legislativa.
Le opposizioni Secondo i gruppi regionali di opposizione, si tratta di una situazione «inedita» che sta bloccando l’esame di «uno dei provvedimenti più rilevanti dell’anno». Le minoranze ricordano che «di norma, dopo l’approvazione in giunta, l’assegnazione alla commissione competente avviene a stretto giro», per consentire un rapido avvio dei lavori. Il ritardo, sostengono, desta «più di un sospetto» perché il ddl «non è un atto qualunque», ma un testo «ampio e complesso» che modifica numerose leggi regionali su sanità, protezione civile, turismo, ambiente, agricoltura, edilizia e governo del territorio.
Manie di protagonismo Nel comunicato congiunto, le opposizioni parlano di uno stallo che «danneggia l’immagine e la funzionalità dell’Istituzione» e ipotizzano che dietro il mancato invio alle commissioni vi siano tensioni interne alla maggioranza. «Non vorremmo dover pensare – affermano – che i tre presidenti di commissione non riescano a mettersi d’accordo su chi debba avere in mano il dossier». L’accusa è di «manie di protagonismo e rivalità interne» nella coalizione di governo, che terrebbero bloccato il provvedimento. «L’Umbria non può permettersi di restare ferma mentre la maggioranza litiga su chi debba comparire in prima fila», concludono, chiedendo alla presidente dell’Assemblea legislativa di intervenire per sbloccare l’impasse.
Cos’è Con i suoi 17 capi il ddl interviene su numerosi settori dell’amministrazione regionale, con l’obiettivo di aggiornare la normativa umbra alle osservazioni ministeriali e di armonizzare le leggi vigenti con le più recenti disposizioni nazionali. Il provvedimento contiene modifiche a leggi chiave come il Testo unico in materia di sanità e servizi sociali, la disciplina della protezione civile, la normativa sul turismo, l’ambiente e l’agricoltura, oltre alla semplificazione amministrativa e al governo del territorio. Tra gli interventi principali figurano l’adeguamento delle norme sanitarie ai Livelli essenziali di assistenza, la ridefinizione del Comitato consultivo di protezione civile, l’aggiornamento delle disposizioni sulle concessioni idroelettriche e il diritto allo studio, e l’introduzione di nuove misure sulla ricostruzione post-sisma del 1997.
Disabilità e non solo Il testo prevede inoltre l’inserimento della rappresentanza delle persone con disabilità in diversi organismi di consultazione, la correzione di riferimenti normativi obsoleti e la semplificazione di procedure amministrative. In materia urbanistica, conferisce ai Comuni alcune funzioni tecniche oggi regionali, mentre sul fronte ambientale introduce la definizione di “bosco vetusto” e aggiorna le sanzioni sulla valutazione di incidenza ambientale.
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