Sicilia

Confcommercio: ‘Salgono al 42,2% spese obbligate delle famiglie’

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Di Redazione |

ROMA, 06 AGO – “Al di là dell’impatto che questi
andamenti hanno sui comportamenti reali delle famiglie – nota
l’analisi del centro studi di Confcommercio -, se devo spendere
di più per acquistare la stessa quantità di beni e servizi
necessari ridurrò la quota destinata ad altri consumi nel caso
in cui il reddito disponibile non cresca nella stessa misura”:
l’aumento “a ritmi sostenuti” in 30 anni spinge “le famiglie a
guardare con una certa diffidenza al futuro portandole a
comportamenti più che prudenti nei confronti di quei consumi
ritenuti meno necessari”, con una “minore crescita del sistema”
ed un impatto “anche sulla situazione di benessere e di
soddisfazione dei cittadini”.
Il tema è quello delle spese obbligate, come casa, energia,
bollette, sanità, trasporti e assicurazioni, in crescita con
“una dinamica, ormai strutturale, che riduce sempre di più
l’area delle scelte libere di consumo, limitando il potenziale
di crescita dell’economia legata alla domanda interna”.
Dal punto di vista dei commercianti, quindi dell’andamento
dei consumi, “sul versante dei ‘commercializzabili, invece’ –
rileva ancora il centro studi di Confcommercio -, se da un lato
i servizi (come ristorazione, turismo, tempo libero) mostrano
segnali di recupero (+134 euro pro capite), dall’altro i beni
tradizionali (alimentari inclusi) registrano un’ulteriore
flessione (-57 euro). Una tendenza che, insieme alla riduzione
demografica e al cambiamento delle abitudini di consumo,
richiede attenzione: per rilanciare la domanda interna – avverte
Confcommercio -, è necessario rimuovere gli ostacoli che
comprimono la libertà di spesa, a partire dal contenimento dei
costi fissi e dalla tutela del potere d’acquisto”.

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