Condizionatori, meno bonus: nel 2025 agevolazioni ridotte
L’agevolazione fiscale più alta passa dal 65 al 50 per cento. In molti casi, poi, non sarà possibile incassare più del 36%, quando invece l’anno scorso si arrivava comunque al 50%: succede, tra le altre cose, per gli immobili in affitto. E non ci sarà più la chance del superbonus, che ormai resta in vita solo per la conclusione dei cantieri avviati entro il 15 ottobre scorso.
Sono questi gli ingredienti della cura dimagrante riservata quest’anno agli sconti fiscali per l’installazione di condizionatori. Uno degli interventi stagionali preferiti dagli italiani, soprattutto in epoca di cambiamento climatico, subisce nel 2025 i colpi dell’ultima legge di Bilancio che, nel tagliare tutti gli sconti fiscali per l’edilizia, non ha fatto eccezioni per questi apparecchi.
Due strade per le detrazioni
Le strade per sfruttare le detrazioni su questi lavori saranno nel 2025 essenzialmente due: ilbonus ristrutturazioni ordinario e l’ecobonus. Entrambe, però, presentano condizioni più sfavorevoli rispetto all’anno scorso. Partendo dal bonus ristrutturazioni, la detrazione (limite di spesa: 96mila euro) riguarda l’installazione di condizionatori d’aria estivi, solo se con pompa di calore, anche non ad alta efficienza. L’intervento dovrà essere effettuato su unità immobiliari residenziali e non sarà obbligatorio sostituire il vecchio impianto di climatizzazione invernale. Si tratta di paletti che, invece, esistono per l’ecobonus.
L’agevolazione, però, non sarà sempre pari al 50%, come era l’anno scorso; se, infatti, i proprietari e i titolari di altri diritti reali sugli immobili che intervengono sull’abitazione principale incassano ancora il 50%, negli altri casi ci si ferma al 36 per cento. E, per un lavoro di questo tipo, non si tratta di uno scenario così raro. Pensiamo al locatore che installa il condizionatore al suo inquilino: per questa operazione adesso ci sono 14 punti di agevolazione in meno. Resta un valore aggiunto notevole: questi lavori sono considerati una manutenzione straordinaria e danno diritto, da soli, al bonus mobili (non ammesso in combinazione con l’ecobonus). Purché, ovviamente, vengano rispettati tutti i requisiti tipici dei bonus casa, come il bonifico parlante per i pagamenti.
La strada alternativa è quella dell’ecobonus che, però, perde molto appeal, perché presenta requisiti più stringenti ma non ha vantaggi in termini di percentuale di agevolazione. Se l’anno scorso il bonus arrivava al 65%, quest’anno gli sconti sono identici a quelli riservati alle ristrutturazioni ordinarie: 36 e 50% (ma solo per i proprietari e i titolari di diritti reali che intervengano sulle prime case). Nonostante questa agevolazione sia disponibile su qualunque tipologia di immobile, potrà essere richiesta soltanto per la sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza: tecnicamente, l’intervento deve rispettare i valori limite indicati nella tabella 1 dell’allegato F al decreto interministeriale del 6 agosto 2020. Il tetto di detrazione (non di spesa) è pari a 30mila euro.
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