condannato papà supporter per le botte ai tifosi avversari

ANCONA L’esultanza di un giocatore per il gol appena segnato, poi la zuffa sugli spalti. O meglio, per la procura, al campo sportivo Giuliani di Torrette s’era materializzata un’aggressione fatta di pugni e insulti durante il match della categoria Giovanissimi tra la Dorica Portuali e la Biagio Nazzaro di Chiaravalle. L’11 novembre 2023 tre supporter ospiti erano dovuti ricorrere alle cure dell’ospedale. Contusioni guaribili in cinque giorni.
Il rito
Per quelle lesioni, è finito in aula un 50enne anconetano che, all’epoca, si trovava sugli spalti per tifare la squadra di casa. Ieri ha patteggiato a sei mesi, pena sospesa. Si erano costituiti parte civile la madre e il fratello di un giocatore della Biagio, presi di mira – diceva la procura – dall’imputato, colpito anche dal Daspo della durata di un anno ed emesso dal questore subito dopo l’episodio del Giuliani. Le vittime erano assistite dall’avvocato Marco Flavio Torelli. Le lesioni erano contestate in concorso con il figlio minorenne, la cui posizione è stata trattata dal tribunale competente. Stando a quanto emerso con le indagini della polizia, il caos era esploso proprio alla fine della partita terminata con un rocambolesco 3-2 per la Biagio. Dopo l’esultanza di un tifoso ospite, il 50enne (difeso dall’avvocato Arianna Catena) si sarebbe avventato contro i tifosi avversari. Padre e figlio avrebbero iniziato «ad insultare gravemente due tifosi dell’altra squadra presenti sugli spalti, giungendo al punto di aggredirli fisicamente con pugni al petto» come aveva ricostruito dalla questura. In tre erano finiti al pronto soccorso.
Dopo l’episodio, un giocatore dorico aveva deciso di coinvolgere i compagni di squadra nella stesura di una lettera indirizzata ai genitori. «Cari mamme e papà, non vogliamo farvi una ramanzina perché abbiamo solo 13 anni ma vogliamo solo giocare a calcio e non è necessario arrabbiarsi contro qualcun altro di cui, fino a due secondi prima, non conoscevate neanche il nome. Questa spiacevole esperienza non si ripeta mai più».




