Marche

«Con voi tre anni di nulla»


ANCONA «Tre anni di immobilismo». Dei guai di Conerobus, Valeria Mancinelli non vuole alcuna colpa. Né per lei, né per la sua giunta, che dal 2013 al 2023 ha governato la città dorica. Men che meno desidera incassare le responsabilità addossatele dall’attuale amministrazione, col vicesindaco Zinni che ieri è tornato a scagliarsi sui suoi predecessori per spiegare i ritardi nell’attuazione del progetto dell’anello filoviario. Per lui, i documenti ereditati dalla giunta Silvetti non erano all’altezza delle prerogative imposte dalle norme di sicurezza nazionali. Si è parlato di progetti nati sbagliati e ora da correggere, di un lascito pesante dal punto di vista infrastrutturale. Ma in passato l’attuale amministrazione aveva puntato il dito sulla precedente anche per i conti lasciati dalle gestioni passate.

La risposta

La verità, secondo l’ex sindaca, è che «la crisi Covid e quella energetica del 2022 hanno comportato un aumento vertiginoso dei costi e hanno fatto esplodere i problemi strutturali». Congiunture, insomma, non colpe della sua giunta. Che, va ricordato, nel maggio del 2023 è uscita di scena dopo un doppio mandato di 10 anni. A questo proposito, Mancinelli ha aggiunto: «Pur tra molte difficoltà, tra il 2014 e il 2021 l’azienda chiudeva in pareggio sostanziale».

«A quel punto bisognava affrontare quei problemi strutturali di petto, con una strategia chiara e concreta» ha quindi cominciato a rivolgersi all’attuale amministrazione. Chiosando laconica: «E invece niente». «Dalla Regione Marche e dal Comune di Ancona, governati dal centrodestra, nessuna strategia e nessun piano operativo» ha attaccato. Incalzando ulteriormente: «L’azienda è così arrivata nella situazione drammatica che vive oggi».

Con il bilancio 2024 non ancora pubblicato ma che farà segnare, senza ormai troppo spazio per ribaltoni dell’ultimo minuto, un buco da 1,5 milioni di euro. Zucchero, va detto, rispetto al primo conto, che faceva presagire una perdita di 3,5 milioni – poi coperta grazie ai ristori Covid di Palazzo Raffaello e dell’amministrazione. Da ex sindaca di una città marcatamente marittima, Mancinelli usa un esempio marinaresco per sferzare l’attuale governance.

«Conerobus – dice – appare come una nave in un mare in tempesta, senza una rotta e senza qualcuno capace di tenere saldamente in mano il timone». Echi danteschi a parte, lo scontro politico sulla partecipata del trasporto pubblico di Ancona, come è evidente, si è tutt’altro che assopito. Su una cosa, però, sembrano tutti d’accordo. L’attuale contratto di servizio tra Regione Marche e Conerobus, quello che regola i rimborsi chilometrici per l’attività di servizio pubblico, è ormai ampiamente superato dai costi delle materie prime schizzati alle stelle. Ha ricordato l’ex sindaca: «Per il Comune di Ancona, il contributo chilometrico è di poco superiore ai due euro per chilometro». Questo mentre «i costi, dal 2022, sono esplosi». Parole simili le avevano espresse anche Zinni e Italo D’Angelo, presidente di Conerobus. Tutti d’accordo – cosa più unica che rara – eppure non è cambiato nulla.




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