Comunali, scontro sul nuovo stadio Ferraris. Salis: “Resti al Comune”, Bucci: “Dove trova i soldi?”
Genova. Si combatte sullo stadio Ferraris lo scontro parallelo tra Silvia Salis, candidata sindaca di Genova per il centrosinistra, e il presidente della Regione Liguria Marco Bucci. L’avversaria di Piciocchi in un’intervista a Primocanale ha detto che l’impianto dovrebbe rimanere di proprietà del Comune “in collaborazione con le squadre” per diventare “un’isola sportiva felice”, attraverso “un mutuo a lungo termine”.
“Forse non ha non ha capito la differenza che c’è tra una concessione e una proprietà – la attacca il governatore -. Ma il problema grosso non è questo. È che la candidata forse dovrebbe capire dove trovare i soldi. Perché 80 milioni, anzi adesso si parla addirittura di quasi 100, non sono una cosa facile da trovare in giro, perché chi mette 100 milioni nello stadio o è pubblico completamente o, se è privato, vuole anche il ritorno, quindi bisogna trovare i finanziamenti”.
La soluzione del mutuo a lungo termine? “Non mi esprimo, forse bisognerebbe lavorare in un certo mondo prima di dire queste cose – replica Bucci -. Fate un po’ i conti di cosa vuol dire di capitale e di interessi, una cosa che è difficile da sopportare se non ci sono fondi pubblici che possono aiutare. Allora la cosa si potrebbe anche fare, ma la vedo molto difficile, soprattutto in questi tempi. Direi che la concessione forse è lo strumento migliore per poter andare avanti, come del resto stiamo facendo”.
In realtà la strada preferenziale al momento è quella della vendita: nell’impegnativa inviata al Comune dalla newco formata da Cds (80%), Genoa e Sampdoria (10% ciascuno) si chiedeva anche una conferma all’amministrazione sulla volontà di vendere lo stadio a 14,5 milioni di euro, ovvero la cifra messa sul piatto fino a oggi dai privati. Più volte Massimo Moretti, imprenditore a capo di Cds, ha spiegato che – una volta ultimati i lavori – lo stadio potrebbe essere ceduto a Genoa e Sampdoria con una sorta di diritto di prelazione, con una cifra che sarebbe però, ovviamente più alta. Un’operazione che, per certi versi, ricorda quella in corso sul Palasport.
In ogni caso, a distanza di poche ore arriva la secca replica di Silvia Salis: “Marco Bucci continua a fare campagna elettorale per Piciocchi delegittimandolo sempre di più, pur avendo enormi problemi da gestire in regione e continua a farlo con uno sgradevole tono paternalistico di uno che ci spiega la vita. Sugli impianti sportivi hanno già dimostrato di avere un certo fiuto per gli affari vendendo il Palasport a 14 milioni e ricomprandone solo una parte a 23. Per non parlare dello stadio Luigi Ferraris impianto che una volta ci invidiavano e che da tempo aspetta interventi. Genova merita uno stadio funzionale per le sue due squadre e per la città che sia in grado di generare valore per tutte le realtà coinvolte e la comunità”.
“A differenza della precedente amministrazione – prosegue Salis – credo in un progetto serio gestito dal Comune con la collaborazione delle squadre che grazie anche alla competenza dei migliori gestori di sport ed entertainment venues crei valore per la città e ne diventi un fiore all’occhiello che possa ospitare anche manifestazioni internazionali come Euro 2032. Bisogna muoversi e fino ad oggi è stato fatto poco. Credo nella collaborazione di soggetti pubblici come Cdp e il credito sportivo per concepire un progetto che crei valore”.
“Oggi Bucci vorrebbe darmi lezioni a riguardo solo perché ho proposto una soluzione a tutela di un bene del Comune diversa da quella che vedrebbe protagonista della ristrutturazione un’impresa privata che opera principalmente nella realizzazione di centri commerciali. Il Comune è perfettamente in grado di gestire la ristrutturazione dello stadio in prima persona. Dispiace continuare a sentire un tono arrogante di chi vuole spiegarti la lezioncina solo perché la nostra linea di tutela di un interesse pubblico non corrisponde al disegno di Bucci di una regia della città delegata ai privati”, conclude Salis.
Nel pomeriggio, a margine della presentazione dei candidati Eranio e Pellegrini – glorie di Genoa e Samp dei tempi d’oro – Pietro Piciocchi conferma che l’amministrazione, se sarà confermata, non cambierà linea: “Noi non ci siamo inventati nulla di nuovo e di diverso rispetto a quello che prevede la legge Stadi, la legge Stadi, come sapete, prevede due percorsi che sono o la concessione oppure la cessione del diritto di superficie, la vendita, chiaramente con un vincolo di destinazione pubblica perché nessuno mette in discussione la vocazione pubblica dello stadio e nessuno pensa di realizzare dentro lo stadio dei centri commerciali”.
“Allora io dico questo, abbiamo condiviso un percorso faticoso e lo abbiamo condiviso con le squadre, perché noi abbiamo sempre detto che lo stadio deve essere lo stadio del Genoa e lo stadio della Sampdoria in una condizione pienamente paritaria, abbiamo innescato un sistema, un meccanismo di riqualificazione dello stadio che è quello che prevede la legge, che chiaramente prevede non capitali pubblici, ma prevede capitali privati al servizio del bene pubblico e lo stiamo facendo tutti insieme. Ora, immaginare di fare questa operazione con un mutuo a carico del Comune, parliamo di un’operazione di circa 150 milioni di euro, perché di questo stiamo parlando. Io ricordo che il Comune ha una capacità di indebitamento di circa 40 milioni di euro all’anno, che è completamente assorbita per le scuole, per le strade, per le case popolari, per le opere pubbliche. Questi soldi, ho sentito parlare di cassa depositi e prestiti e di credito sportivo, ma cassa depositi e prestiti e credito sportivo sono banche, prestano i soldi e i soldi vanno restituiti. Allora direi che lo scenario è chiaro, la soluzione proposta dal centrosinistra porterebbe in default il bilancio del Comune“.