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Compiti delle vacanze, Daniele Novara spiega su Facebook l’errore che tutti i genitori commettono e che rovina l’estate ai propri figli

Da una parte, i genitori si sentono investiti di una responsabilità che li porta a insistere costantemente sull’esecuzione dei compiti, spesso trasformandosi in controllori ansiosi. Dall’altra, i figli assumono automaticamente un atteggiamento di resistenza, recitando quasi per copione il ruolo del riluttante. La dinamica, secondo Novara, genera principalmente nervosismo e tensioni familiari, senza produrre benefici educativi significativi.

Il ruolo appropriato dei genitori: supervisione senza invasione

Novara chiarisce con precisione qual è il perimetro appropriato dell’intervento genitoriale nei compiti estivi. L’attività scolastica, sottolinea il pedagogista, riguarda esclusivamente chi frequenta la scuola, non i genitori. Il loro compito dovrebbe limitarsi a una funzione di verifica esterna: assicurarsi che esistano le condizioni materiali e temporali adeguate per lo svolgimento dei compiti.

Tale supervisione si traduce concretamente nel garantire che ci sia del tempo libero sufficiente prima del rientro a scuola e che l’ambiente domestico offra le condizioni necessarie per lo studio. Qualsiasi interferenza che vada oltre questi aspetti organizzativi rischia di risultare non solo inappropriata, ma anche dannosa per la relazione educativa tra genitori e figli.

Specializzazione per il recupero: quando serve l’aiuto esterno

Per quanto riguarda le situazioni più complesse, come il recupero in vista degli esami di settembre, Novara indica chiaramente la necessità di ricorrere a figure specializzate. I genitori, pur con le migliori intenzioni, spesso non possiedono le competenze didattiche specifiche per aiutare efficacemente i figli a superare le difficoltà scolastiche.

L’intervento di persone specializzate garantisce un supporto tecnico adeguato e, contemporaneamente, preserva la relazione familiare da tensioni eccessive legate al rendimento scolastico. La separazione di ruoli permette ai genitori di mantenere la loro funzione educativa primaria senza sovrapporsi impropriamente al lavoro degli insegnanti o dei tutor specializzati.

La posizione di Novara evidenzia, dunque, l’importanza di confini chiari nelle relazioni educative, dove ogni figura adulta mantiene il proprio specifico ambito di competenza per il benessere complessivo dei ragazzi.

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