Commissione pari opportunità, opposizione: “Comune cambia tutto”
38
Follonica (Grosseto). “‘E qui comando io! E questa è casa mia!’. Mercoledì pomeriggio, nella seduta della seconda Commissione consiliare, riunita per discutere il nuovo regolamento della Commissione politiche di genere, l’aria che si respirava ricordava proprio il ritornello di questa vecchia canzone”.
A dichiararlo, in un comunicato, sono i gruppi di opposizione nel Consiglio comunale di Follonica: Partito Democratico, Rifondazione Comunista/Follonica a sinistra, lista civica Andrea Pecorini sindaco.
“La Commissione politiche di genere, fiore all’occhiello per quantità e qualità delle iniziative rivolte alle scuole e alla cittadinanza, cambia nome e volto, e non certo in positivo – continua la nota -. Questo quanto emerso dalla presentazione in seconda Commissione consiliare del nuovo regolamento a cui hanno partecipato, oltre ai membri di diritto, diverse componenti della vecchia Commissione e cittadine. Si ritorna al vecchio nome di Commissione pari opportunità, si riduce il numero ad un massimo di 15 componenti senza nessuna indicazione dei criteri che orienteranno le scelte o le esclusioni e, dulcis in fundo, si elimina il Punto di ascolto antiviolenza come membro di diritto della Commissione. A nulla sono valse le richieste di riconsiderare queste scelte discutibili, l’assessora Goti si è trincerata dietro un atteggiamento di ostinato rifiuto di qualsiasi modifica, fornendo come unica motivazione il fatto che questa era la decisione e non intendeva tornare indietro”.
“Giustificare il cambiamento del nome da Commissione politiche di genere al vecchio Commissione pari opportunità è stata un’arrampicata sugli specchi per non dire chiaramente che è il termine’”genere’ che spaventa l’amministrazione, evocativo di fantomatiche teorie che tanto piacciono al centrodestra – prosegue il comunicato -. Per quanto riguarda la riduzione del numero dei componenti della Commissione pari opportunità, la richiesta di farne parte e la successiva adesione sono su base esclusivamente volontaria, non viene erogato alcun compenso o beneficio. Pertanto, già nel presentare la domanda si evidenzia la volontà di voler lavorare all’affermazione degli intenti riportati nell’articolo 3 della Costituzione che ispira le pari opportunità: ‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’. Ogni persona dà il proprio contributo, in base al proprio tempo, agli impegni di lavoro, alla vita familiare e sociale; l’esclusione causa inevitabilmente una perdita di saperi e di conoscenze. L’assessora ha pronunciato più volte la parola ‘inclusione’, ma i fatti fanno intendere che stiamo andando verso l’esclusione e verso una Commissione pari opportunità blindata dalle scelte della maggioranza” .
“Il Punto di ascolto antiviolenza dell’associazione Olympia de Gouges è a Follonica dal 2009, collocato all’interno del Comune con una delibera di Giunta su proposta della Commissione pari opportunità di allora: un bellissimo percorso di ascolto e collaborazione concreta fra istituzioni e società civile,e dal 2011 è membro di diritto della Commissione pari opportunità – prosegue il comunicato –. Già in quegli anni il tema della violenza di genere era sotto l’attenzione di tutti per la quantità di casi che emergevano e per il numero di femminicidi che ogni anno si contavano e da allora operatrici opportunamente formate hanno iniziato ad accogliere le donne ed a fornire loro aiuto per uscire, insieme ai loro figli, da situazioni di violenza all’interno della famiglia, a superare il trauma legato a violenze sessuali, a trovare soluzioni lavorando all’interno di una rete che si è consolidata nel tempo. Forze dell’ordine, Codice Rosa, Centro per l’impiego, associazioni di categoria e altre associazioni del territorio, tra cui Caritas, collaborano regolarmente con il Punto di ascolto antiviolenza che, oltre a seguire le donne, promuove progetti di prevenzione nelle scuole e verso la cittadinanza”.
“Dire, come l’assessora Goti ha fatto, che il Punto d’ascolto non ha più diritto di qualsiasi altra associazione di stare dentro la Commissione significa disconoscerne il valore, non rispettare l’impegno totalmente gratuito delle volontarie che vi operano, non condividere la libertà e l’indipendenza delle donne e dei diritti umani violati, non considerare l’enorme danno causato dalla violenza assistita. Oggi più che mai la violenza di genere è la madre di tutte le altre forme di discriminazione e violenza e i femminicidi, come purtroppo leggiamo quasi quotidianamente, sono sempre più efferati e gli autori sono sempre più giovani – termina il comunicato -. Invece per Goti il Punto di ascolto antiviolenza è equiparabile alla sezione femminile di burraco, con tutto il rispetto per chi ha la passione del burraco”.
Source link