Economia

Commercio, prosegue il braccio di ferro Cina-Ue: Pechino contro il brandy europeo, udienza il 18 luglio


MILANO – Non pare proprio un caso che il ministero del Commercio cinese abbia annunciato che terrà un’udienza il 18 luglio sull’indagine antidumping legata al brandy importato dall’Ue “per garantire l’equità e la trasparenza dell’indagine”. Non sembra casuale perché proprio ieri la Ue ha annunciato il via ai dazi sull’auto elettrica cinese, per quanto le due parti abbiano detto di voler provare ad arrivare a una intesa prima che questi diventino definitivi.

L’iniziativa sul brandy parte da più indietro, come d’altra parte risaliva allo scorso settembre l’indagine europea sui veicoli a batteria. Nello specifico, l’inchiesta sull’alcolico Ue è stata avviata a gennaio su richiesta della China Alcoholic Drinks Association per conto dell’industria nazionale, ed è vista dagli osservatori come una delle risposte di Pechino per esercitare pressione su Bruxelles dopo i nuovi dazi aggiuntivi antisussidi Ue sull’import di veicoli elettrici e alle diverse indagini commerciali avviate dall’Europa nei confronti della Cina.

ll ministero del Commercio a gennaio aveva aperto un’indagine antidumping focalizzata sulle importazioni di brandy dall’Ue in contenitori inferiori a 200 litri in rappresaglia alla decisione della Commissione Europea di avviare l’indagine antisussidi sull’import di veicoli elettrici made in China.

Le spedizioni sono quasi tutte provenienti dalla Francia, come dimostrato dai dati doganali cinesi del 2023. E Parigi è stata tra i più convinti sostenitori dei dazi dell’Ue ai veicoli elettrici, a differenza delle resistenze opposte dalla Germania, le cui case automobilistiche hanno generato un terzo delle loro vendite nel Dragone lo scorso anno.

Pechino ha annunciato indagini sull’importo dall’Europa di carne di maiale e beni derivati, colpendo prevalentemente interessi commerciali francesi, spagnoli, olandesi e danesi. Il Global Times, il tabloid del Quotidiano del Popolo, ha anche riferito che i funzionari cinesi stanno valutando la possibilità di aprire un’indagine antisovvenzioni sui prodotti lattiero-caseari e sulle auto a benzina di grossa cilindrata il cui business vale 18 miliardi di dollari.


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