Come stanno e cosa succede adesso ai «bambini del bosco», la mamma: «Ho fiducia nella verità. La verità ci renderà liberi»
I «bambini del bosco» sono stati portati in una struttura protetta a Vasto ieri pomeriggio verso le 15, dove è stata accolta anche la madre dei tre bambini, Catherine. Ero con loro poco prima che succedesse, avevamo pranzato insieme e ci eravamo salutati verso le 13.30 e la notizia mi ha turbata: i bambini sono molto legati alla casa, ai loro animali, alla loro famiglia che vive a stretto contatto in una casa piccola, ma accogliente. Come staranno ora i bambini? Di solito vanno a letto molto presto, saranno riusciti a dormire? Alle 22 ricevo un messaggio di Catherine «Ora i bambini dormono, non posso dormire con loro, ma in un’altra stanza». Mi spiega che i due gemelli piccoli, di 6 anni, non volevano che lei se ne andasse e ha aspettato che si addormentassero. La bambina piccola è abituata a dormire sempre con la sua gatta Sally, e già in un precedente allontanamento soffriva molto la sua mancanza.
La vicenda dei bambini sta facendo parlare tutta Italia, sospesa in quel sottile confine che sta tra la protezione minorile e la libertà di scegliere una vita non omologata. Il tribunale dell’Aquila, con decreto 2061 del 20 novembre 2025 ha sospeso la responsabilità genitoriale di Catherine Birmingham e Nathan Trevallion e ha ordinato l’allontanamento dei minori dalla dimora familiare e il loro collocamento in casa-famiglia e ha nominato un tutore provvisorio (l’avvocata Maria Luisa Palladino). Le motivazioni del Tribunale dei Minori per disporre l’allontanamento si basano sulla relazione dei servizi sociali, chiamati a valutare il caso dopo che la famiglia si era rivolta mesi fa al pronto soccorso per un’intossicazione da funghi: «Il nucleo familiare vive in una condizione di disagio abitativo in quanto non è stata dichiarata l’abitabilità dello stabile», scrivevano nella relazione «I membri della famiglia Trevallion non hanno interazioni sociali, non hanno entrate fisse, nella dimora non sono presenti i servizi igienici e che i bambini non frequentano la scuola e attività ricreativi e sportive».
Ora il legale della famiglia, Giovanni Angelucci, ha 10 giorni di tempo per fare ricorso. Cosa accadrà? Catherine dice che è sicura che la verità trionferà. Oggi ha visto i bambini durante la giornata e si è assicurata che, nonostante il trauma vissuto, i bambini stiano bene: «Sono molto stanca, ma devo rimanere salda per i miei bambini, perché sentono la mia ansia. Devo affrontare questo momento pieno di emozioni e di difficoltà, ma ho fiducia in questo percorso. Ho fiucia nella verità».
Source link




