Scienza e tecnologia

Come scegliere monitor, PC, tastiera, mouse e altri accessori per la scrivania da lavoro / studio / gioco

Realizzare una postazione da lavoro ottimale significa trovare un equilibrio tra ergonomia, produttività ed estetica, in funzione delle proprie necessità specifiche. Non esiste una configurazione perfetta e valida per chiunque: ciò che davvero conta è costruire un ambiente coerente con le proprie abitudini lavorative (o di studio, o di svago: il concetto non cambia).

Ecco quindi che in questo articolo, attraverso alcuni esempi concreti, vogliamo offrire una panoramica chiara e ragionata su come scegliere le componenti più adatte a comporre un desk setup funzionale, per ciascuno di noi. Non si tratta tanto di una rassegna di prodotti, ma di un approccio pratico e personalizzabile per orientarsi tra monitor, periferiche, accessori e strumenti di supporto quotidiano.

L’idea è nata in seguito al video YouTube che si trova qui sopra, che rappresenta un caso concreto di allestimento, ma l’obiettivo è fornire indicazioni utili e applicabili a qualunque tipo di spazio e di budget.

In questa sede non parleremo né della scelta della sedia né di quella della scrivania o dell’illuminazione della stessa: sono aspetti fondamentali, ma che richiedono un’analisi dedicata per essere sviscerati con la dovuta efficacia, e inoltre sono fortemente legati all’ambiente a disposizione, che chiaramente è diverso da utente a utente.

Parti dalle tue esigenze

La progettazione di una postazione efficace deve sempre partire da una riflessione su come verrà utilizzata. Non tutti lavorano / giocano / studiano allo stesso modo, non tutti utilizzano gli stessi strumenti e non tutti hanno le stesse priorità. Prima di iniziare a cercare monitor, tastiere o altri accessori, è quindi utile porsi qualche domanda fondamentale (e la risposta non è 42).

Quali attività svolgi più frequentemente alla scrivania? Scrittura, navigazione, lavoro d’ufficio, videogiochi, programmazione, attività creative come grafica, montaggio video o produzione musicale? Ogni ambito ha esigenze diverse: chi lavora con fogli di calcolo avrà bisogno di un certo tipo di monitor, chi scrive potrebbe preferire una tastiera particolare, chi crea contenuti avrà necessità legate alla resa cromatica e alla precisione degli input.

Quanto tempo trascorri alla scrivania? Chi lavora stabilmente da casa / ufficio otto o più ore al giorno avrà esigenze diverse da chi utilizza la scrivania solo per attività saltuarie o nel tempo libero. Anche il livello di investimento cambia in base a questo parametro: ha poco senso spendere molto per componenti che si usano solo occasionalmente, mentre un utilizzo intensivo giustifica acquisti più ragionati e duraturi.

Quanto contano per te l’ordine, l’estetica, la personalizzazione? Alcuni utenti preferiscono una postazione minimale e ordinata, altri prediligono una scrivania ricca di accessori e strumenti a portata di mano. Anche questo va considerato nella scelta degli elementi che andranno a comporre il setup.

Conosci già le tue abitudini o sei in una fase di esplorazione? In quest’ultimo caso può essere utile procedere per gradi, iniziando con l’essenziale e integrando successivamente ciò che manca. È un approccio che consente di evitare spese superflue e di costruire una postazione realmente funzionale e coerente con le proprie esigenze e i propri gusti.

Il monitor: l’occhio vuole sempre la sua parte

La scelta del monitor è una delle più importanti nella configurazione della propria postazione, non solo per l’impatto che ha sulla produttività, ma anche perché si tratta del dispositivo con cui si interagisce visivamente in modo continuo.

Il monitor è uno degli elementi su cui ha senso concentrare una parte consistente del proprio budget, soprattutto se si trascorrono molte ore davanti allo schermo ogni giorno. Investire in un pannello di buona qualità significa ridurre l’affaticamento visivo e migliorare concretamente l’esperienza d’uso quotidiana. Come dice il saggio: un buon monitor, è per sempre.

Nel video in apertura, ad esempio, ho scelto un BenQ RD280U perché lavorativamente parlando (per me) il formato 3:2 è perfetto, e la sua resa cromatica, unita al fantastico anti-riflesso, sono esattamente ciò che mi occorre.

Non vale certo lo stesso per tutti, dato che è un monitor molto specifico per un certo tipo di utente, ma tanto più sarà targhettizzato su di te, tanto più sarà un monitor efficace.

Ecco quindi alcune cose da considerare per capire quale sia questo tipo di schermo e alcuni consigli per gli acquisti.

Dimensione e risoluzione

Devono essere proporzionate sia allo spazio disponibile sia al tipo di attività svolta. Chi lavora con contenuti testuali o tabelle può trarre vantaggio da diagonali comprese tra i 24 e i 27 pollici, con risoluzioni Full HD (1.920 × 1.080 pixel) o meglio ancora QHD (2.560 × 1.440 pixel) per una maggiore nitidezza e un migliore rendering dei font. Per attività più complesse, come il montaggio video o il foto ritocco, bisogna andare anche su formati più generosi, come i 32 pollici, senz’altro in 4K, purché la distanza di visione lo consenta.

Il formato ultrawide (solitamente 21:9 o 32:9) può rappresentare un’alternativa al doppio monitor o per chi usi tante app in multitasking, offrendo un ampio spazio orizzontale per tenere più applicazioni affiancate senza interruzioni visive. Non è una soluzione adatta a tutti, ma per chi abbia mai sentito l’esigenza di più spazio (soprattutto in orizzontale, come in una timeline per moontare video) può essere una scelta da ponderare.

Allo stesso modo il formato 3:2 (una rarità) è ideale per chi abbia a che fare con il testo (scrittori, programmatori, sviluppatori per il web) perché sviluppandosi maggiormente in verticale riduce il numero di scrolling e permette di avere più caratteri in un’unica schermata, anche con due app affiancate.

Tipologia di pannello

Qui si aprirebbe un romanzo. In breve, è chiaro che il tipo di display influisce direttamente sulla qualità dell’immagine.

I pannelli IPS sono generalmente consigliati per contesti professionali e d’ufficio grazie alla buona fedeltà cromatica, alla resa uniforme dei colori e agli ampi angoli di visione.

I pannelli VA, invece, offrono un contrasto più elevato e neri più profondi, caratteristiche apprezzate sia nella fruizione multimediale sia nel gaming, dove sono spesso adottati in monitor ad alto refresh rate. Sebbene in passato presentassero tempi di risposta più lenti, i modelli più recenti si comportano bene anche in ambiti dinamici, pur potendo ancora mostrare una certa tendenza al ghosting nei movimenti più rapidi.

I monitor TN, infine, rappresentano una soluzione più economica, con tempi di risposta molto rapidi ma una resa cromatica e angoli di visione inferiori: restano una scelta di nicchia, utilizzata quasi esclusivamente nel gaming competitivo.

I monitor OLED rappresentano la soluzione più avanzata in termini di qualità d’immagine: contrasto virtualmente infinito, neri perfetti, tempi di risposta rapidissimi e colori estremamente vividi. Tuttavia, sono prodotti di fascia alta, con costi superiori e una maggiore vulnerabilità alla ritenzione d’immagine (burn-in), soprattutto con interfacce statiche come quelle di Windows e macOS. Restano quindi una scelta da valutare con attenzione, più indicata per l’ambito creativo, la multimedialità o il gaming, che non per l’uso produttivo continuativo.

Frequenza di refresh

Va inoltre considerata la frequenza di aggiornamento: un valore di 60 Hz è sufficiente per la maggior parte degli utilizzi lavorativi, mentre frequenze superiori (120 Hz o 144 Hz) possono essere utili in ambiti specifici come il gaming (e non solo), ma non sono prioritarie in un contesto d’uso tradizionale.

Detto questo, una volta che ci si abitua a uno schermo più fluido, è difficile tornare indietro.

Il PC: desktop, notebook o…?

Sulla scelta del computer potremmo discutere per ore, ma anche qui ritorniamo al discorso delle propri esigenze. Lavorerai sempre da casa / ufficio? Allora punta su PC desktop. Devi muoverti spesso? Allora avere un notebook è praticamente obbligatorio.

Un PC fisso ha senso quando si ha bisogno di una macchina stabile, potente e, soprattutto, aggiornabile nel tempo. Chi lavora con software pesanti (montaggio video, CAD, virtualizzazione) o ha bisogno di grande reattività anche sotto carico (per esempio per giocare) troverà nel desktop la piattaforma più flessibile. 

L’assemblaggio fai da te può essere complesso, ma non così tanto come si potrebbe pensare. In ogni caso ci sono soluzioni per tutte le tasche e tutte le esigenze, ma è impossibile elencarle tutte adesso. Se ci seguite da tempo, probabilmente avrete già visto una delle tante guide che abbiamo realizzato in merito, e a breve ne arriverà una ancora più aggiornata e generica (stay tuned!).

Il notebook, invece, è la scelta obbligata per chi si sposta spesso o per chi preferisce una configurazione compatta e integrata, in modo da avere tutti i dati che gli occorrono sempre con sé, indipendentemente dal cloud.

Tuttavia, se usato in modo continuativo alla scrivania, è opportuno affiancarlo a una dock station e a periferiche esterne, così da non comprometterne ergonomia e durata. Alcuni modelli recenti offrono prestazioni elevate anche in ambito professionale, ma restano in genere meno aggiornabili e più difficili da raffreddare rispetto a una soluzione desktop. A meno che non si chiamino Framework.

Esistono anche opzioni intermedie, come i Mini PC, che occupano poco spazio ma offrono buone prestazioni, e possono tranquillamente essere collocati sulla scrivania stessa.

In ambito macOS, il Mac mini M4 è un best buy, specialmente nella sua configurazione base. Certo, 256 GB di storage non sono tanti, ma si rimedia facilmente con accessori esterni volendo (che costano anche meno degli upgrade di Apple).

In ambito Windows invece potete dare un’occhiata alle nostre recensioni di mini PC, tra le quali svettano molti modelli di Geekom, che offrono potenza e compattezza.

Ci sono poi i PC All-in-One, che integrano tutto nel monitor: sono esteticamente puliti, ma spesso penalizzati da limiti di espandibilità e dalla difficoltà di intervento in caso di guasti o aggiornamenti. Non hanno mai davvero decollato, ma per alcuni possono comunque rappresentare una valida alternativa, soprattutto per chi ha davvero poco spazio. Impossibile non citare gli iMac in questo ambito, che grazie agli Apple Silicon offrono prestazioni elevate anche con questo form factor vincolante.

Processore, RAM, archiviazione: quale scegliere?

Senza scendere in troppi dettagli, possiamo dirvi genericamente di non farvi prendere dalla smania del processore.

A meno che non abbiate esigenze specifiche di potenza a tutti i costi (e allora saprete già su cosa orientarvi) siamo da tempo giunti al punto in cui non ha senso prendere l’ultimo modello uscito a tutti i costi.

Per le attività più comuni, anche un Intel di 12ma generazione, o un AMD Ryzen serie 5000, o anche un Apple Silicon M1, vanno benissimo per “l’utente medio”.

Idem dicasi sul quantitativo di RAM. 16 GB possono essere considerati il gold standard nel 2025. Andare oltre questo quantitativo ha senso solo in certi ambiti (e chi ne ha bisogno lo sa).

Per quanto riguarda invece l’SSD, non è solo un discorso di capienza, ma anche di velocità. Oggi è quasi più importante puntare su un buon SSD (SSD NVMe, con interfaccia PCIe 3.0 o meglio ancora 4.0) piuttosto che su schede video di fascia alta, che nella maggior parte dei contesti d’uso rimangono sottoimpiegate.

A proposito di GPU dedicate: queste servono davvero o nel gaming o solo in certi ambiti lavorativi. Anche in questo caso sono esigenze così specifiche che chi ne ha bisogno saprà già di averne bisogno, tanto che l’unico vincolo diventa spesso solo il budget

Una volta definito il dispositivo principale, sarà più facile decidere come completare il resto della postazione, evitando colli di bottiglia e incoerenze tra i vari elementi.

Solitamente monitor e PC vanno di pari passo, nel senso che la scelta dell’uno condiziona l’altro.

Tastiera, mouse e altri strumenti di input

Le periferiche di input sono componenti spesso sottovalutate, ma che riteniamo invece di primaria importanza. Vale un po’ lo stesso discorso già fatto per il monitor: quello che davvero si percepisce nell’uso quotidiano non sono i GHz del processore, ma la comodità della tastiera, la precisione del mouse e i colori dello schermo. Potete avere il computer più potente del mondo, ma se poi le periferiche con cui lo state controllando non sono all’altezza sarà come non averlo.

Non si tratta semplicemente di scegliere un mouse o una tastiera “che funzionino”, quanto piuttosto di individuare gli strumenti più adatti al proprio stile operativo, in grado di offrire comfort, precisione e affidabilità nel tempo.

Nel caso della tastiera, le variabili da considerare sono numerose. Il tipo di meccanismo alla base dei tasti, per esempio, incide fortemente sulla sensazione durante la digitazione.

Le tastiere meccaniche garantiscono una risposta più netta e personalizzabile, a seconda dello switch utilizzato (lineare, tattile o sonoro), mentre quelle a membrana risultano generalmente più silenziose ed economiche, ma anche meno reattive, durature e piacevoli da usare.

Altri aspetti importanti sono il layout, che dovrebbe sempre essere coerente con le proprie abitudini, preferibilmente in formato ISO IT, e il form factor. I modelli full-size includono il tastierino numerico e sono utili in ambito amministrativo o per chi lavora molto con i numeri, ma chi ha esigenze di spazio può orientarsi su tastiere tenkeyless o 75%, più compatte, spesso più ergonomiche anche in combinazione con l’uso del mouse.

Su SmartWorld trovate una miriade di recensioni di tastiere che sicuramente possono aiutare nella scelta. Quella presente nel video è la Keychron K3 Pro: un nome, una garanzia. In ambito Mac è poi impossibile non citare la Magic Keyboard, che ha il grande vantaggio di integrare il touch ID per l’autenticazione tramite impronta digitale.

Di per sé però è “solo” una tastiera a membrana, che magari farà piacere a chi usa un MacBook, ma che in generale cede il passo alle meccaniche in ambito desktop.

Anche la scelta del mouse va ponderata con attenzione. L’ergonomia è un aspetto centrale, soprattutto per chi lavora molte ore al giorno alla scrivania. Alcuni preferiscono modelli classici ma sagomati per una presa naturale, altri optano per soluzioni verticali che riducono la torsione del polso: tutto dipende da cosa dovete farci.

In ambiti più specialistici, come la progettazione grafica o la modellazione 3D, può essere utile ricorrere a dispositivi alternativi come le trackball o le pen tablet, che offrono un controllo più preciso e naturale nei movimenti. L’importante è che il dispositivo si adatti alla propria postura e al proprio flusso di lavoro, evitando sforzi ripetuti o movimenti innaturali.

I Logitech MX Master 3S presente nel video è semplicemente il re dei mouse “generici”, a suo agio in una miriade di impieghi, tranne praticamente solo il gaming (ma questo non vuol dire che faccia schifo).

In ogni caso, chi avesse bisogno di un mouse gaming, troverà tutte le informazioni necessarie nella nostra guida.

Capiamo che spesso in questa categoria si vada al risparmio, soprattutto nelle fasi iniziali, quando già si è speso tanto per monitor e PC. Può avere senso, ma occhio a non sottovalutare la differenza che una tastiera comoda o un mouse preciso e ben progettato possono fare sul lungo periodo, non solo in termini di produttività, ma anche di benessere fisico.

Gli accessori fanno la differenza

Una volta definita la struttura principale della postazione, monitor, computer e periferiche, si può iniziare (con calma) a ragionare su eventuali accessori. Da quelli che migliorano l’organizzazione della scrivania a quelli che aggiungono ulteriori capacità al setup. C’è solo l’imbarazzo della scelta (e della spesa).

Audio

Il primo e forse principale elemento che ci viene in mente riguarda l’audio. Speaker da scrivania? Belli e potenti ma invasivi, adatti al più a un uso domestico.

Meglio allora ricorrere a cuffie o auricolari, per scegliere i quali abbiamo delle pagine apposite.

Nel video vi abbiamo consigliato gli Huawei FreeClip perché sono una soluzione piuttosto originale e funzionale. Degli auricolari che si indossano come orecchini, comodi da portare tutto il giorno, e aperti nel design, il che significa che non isolano del tutto dall’ambiente circostante. Ma anche qui è tutto un fatto di esigenze personali.

Webcam

Dopo l’audio viene il video. Ci sono tantissime webcam in commercio e la spesa in questo ambito è direttamente proporzionale all’utilizzo che uno ne fa. Per qualche video chiamata occasionale basta poco, per uno streaming quotidiano o magari anche per riprendersi per qualche video YouTube, è chiaro che ci vuole qualcosa di più. Trovate tutte le nostre recensioni di webcam raccolte in questa pagina, mentre in quest’altra ci sono tanti consigli per gli acquisti in materia.

Hub

Una delle prime cose che personalmente considero è un hub / dock, per avere a portata di mano tutte le porte di cui ho bisogno e/o per potenziare quelle presenti sul PC.

Nel video ho usato un autentico overkill in questo ambito: la Razer USB 4 Dock. 14 porte, supporto per doppio schermo in 4K a 120 Hz, pover delivery a 100 Watt e un design tutto metallico che non sfigura su nessuna scrivania.

Necessita di un alimentatore da ben 180 Watt (incluso) ma soprattutto costa ben 250 €, una cifra ben al di sopra della media. Destinata a configurazioni multi-monitor e con diverse periferiche da collegare, non da ultimo schede SD e micoSD, per i quali sono previsti slot appositi. Per usi più comuni, ci sono senz’altro soluzioni più economiche.

Supporti

Un altro accessorio utile è senz’altro il supporto per smartphone. Avere il telefono ben visibile e inclinato correttamente sulla scrivania è utile sia per notifiche rapide, sia per eventuali utilizzi paralleli, come le videochiamate. Spesso ogni brand ha un suo stand di riferimento, magari con ricarica wireless. Ma per chi volesse risparmiare ci sono valanghe di soluzioni di terze parti (attenzione solo alla compatibilità).

Chi utilizzi cuffie a padiglione vorrà valutare anche un porta cuffie, dato che se appoggiate sulla scrivania possono facilmente macchiare con il grasso accumulatosi nel tempo, oltre al fatto che uno stand dedicato dà alle cuffie una collocazione precisa, anziché lasciarle a caso sulla scrivania.

Infine, parlando di supporti, ci sono anche gli stand per monitor, che aggiungono ulteriore spazio sulla scrivania, rialzando lo schermo. Purtroppo non abbiamo trovato delle belle soluzioni economiche da consigliarvi: quelle che vanno per la maggiore (Grovemade, Balolo) sono tutte piuttosto care, anche oltre i 200 euro per quelli che alla fin fine sono solo supporti in legno (o giù di lì).

Tappetino o tappetone

Anche l’organizzazione della superficie di lavoro contribuisce in modo concreto alla qualità dell’esperienza. Disporre di una base d’appoggio ordinata e stabile per strumenti di uso frequente, come penne, taccuini, tablet o cuffie,  consente di mantenere tutto a portata di mano senza creare disordine visivo.

Il desk mat del video è lo splendido modello di Orbitkey dedicato a Darth Vader: pelle vegana nera, tasca interna per riporre qualche documento importante e tante citazioni per amanti della saga, oltre a una superficie magnetica in alto con passa-cavo incluso. Unico difetto: la pelle nera è un magnete per la polvere. Ah, e poi costa un po’ tanto, ma ci sono anche soluzioni più economiche, prive di richiami a Guerre Stellari.

Detto questo, ci sono in commercio tantissimi tappetini in tessuto, assai meno eleganti della pelle, ma decisamente più economici. Questi sono tutti accessori che possono facilmente subire upgrade col passare del tempo, magari quando il vecchio modello ha fatto il suo tempo.

E gli appunti?

Ognuno ha il suo stile. C’è chi ama Moleskine e affini e la scrittura a mano libera (bellissima la penna Mark Two di cui vi abbiamo parlato qui) e chi si affida ai taccuini digitali (questo bel video vi spiegherà perché e come sceglierne uno).

Non c’è una soluzione giusta, ma indubbiamente è un “problema”, quello degli appunti, che in un modo o nell’altro va risolto. Anche con dei semplici Post-it, che non passano mai di moda. 

Un buon setup nasce dalla consapevolezza, non dalla spesa

Se dovessimo riassumere in una frase il senso di questa guida, sarebbe il titolo di questo paragrafo.

Realizzare una postazione funzionale non significa acquistare i prodotti più costosi o più pubblicizzati, ma scegliere quelli che rispondono a esigenze reali e concrete. L’approccio corretto parte dall’analisi del proprio modo di lavorare e cresce nel tempo, con integrazioni mirate che migliorano l’efficienza, il comfort e la qualità dell’esperienza. Un prodotto perfetto oggi non è detto lo sarà anche domani.

Proprio per questo, non è necessario allestire tutto subito: spesso è preferibile iniziare con pochi elementi essenziali e ben selezionati, e aggiungere solo ciò che dimostra di fare davvero la differenza.

Per un esempio concreto di configurazione possibile, vi invitiamo a guardare tutto il video all’inizio di questa guida, dalla quale l’articolo stesso ha preso spunto.


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