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Come le buchette del vino sono diventate un’attrazione a New York

A Times Square sta per aprire un’istituzione storica di Firenze, che complice una buchetta del vino celebra una certa idea di Italia e di aperitivo all’italiana.

Come le buchette del vino sono diventate un’attrazione a New York

Il vino, il buon cibo, e perché no pure il mandolino, anche se il contesto è quello toscano. Anzi nemmeno, perché siamo a New York City, nel cuore più turistico della Grande Mela. Eppure, invece dell’ennesimo hot dog, abbiamo fra le mani un calice di vino dal sapore della dolce vita (pronuncia doverosamente americana) all’italiana. In città sta per aprire una buchetta del vino, proprio come quelle che da qualche anno sono tornate in voga a Firenze. Una nuova attrazione fra le luci abbaglianti di Times Square che sembra già brillare di luce propria.

Il vino come nel Cinquecento

firenze buchette del vino

Prima di parlare della nuova apertura, una premessa su cosa si intende per buchetta del vino. Ovvero una finestrella a bordo strada, spesso sul lato basso del muro, che compare a lato di antichi palazzi un tempo appartenenti alle famiglie più ricche, spesso proprietarie di vigneti. Da queste aperture, anche dette tabernacoli, si vendeva il vino, calice o fiaschetto, ai viandanti. L’imperfetto in realtà dovrebbe essere passato remoto, dato che l’usanza risale al Cinquecento.

Per i successivi cinque secoli questo commercio al dettaglio si è progressivamente fermato, almeno fino al diciannovesimo anno del nuovo millennio. È del 2019 infatti il nostro reportage sulla riapertura di alcune buchette nel capoluogo toscano, che nel frattempo si sono reinventate wine bar o gelaterie. Specie durante la pandemia, queste singolari fessure sono diventate un salvavita per gli esercizi locali, che potevano approfittare della mancanza quasi assoluta di contatto diretto fra venditore e acquirente.

Firenze, anzi Florence, secondo gli americani

buchetta-vino

Delle 170 buchette presenti a Firenze però, solo una manciata sono operative. Dando il beneficio del dubbio della preservazione storica, viene da pensare che molti in città non abbiano colto l’opportunità di riportare in vita un modo di bere informale e a basso prezzo, e soprattutto di offrire un’esperienza tipica a un pubblico internazionale potenzialmente molto interessato. Ci ha dovuto pensare New York, nelle figure di Jack Logue e Chris Miller.

Rispettivamente chef e proprietario, il duo ha preso ispirazione dalle finestrelle pluricentenarie per crearne una fittizia, nel bel mezzo di una delle dieci attrazioni più visitate al mondo. Lunedì 16 giugno apre ufficialmente Buchette del Vino, mini chiosco incastonato sulla 7 Avenue fra la 43 e 44 Strada. Dalla titolare buchetta in stucco spunterà il classico aperitivo all’italiana: vino, birra, tramezzini, un primo di pasta, gelato. La vibe non è tanto Firenze, quanto Florence, fiabesca cittadina medievale dell’immaginario collettivo americano. Un luogo a misura di turista in cui domina soltanto l’espressione di perenne meraviglia e delizia, e la sindrome di Parigi muta.

Un luogo che soprattutto corrisponde all’Italia raccontata e decantata da Stanley Tucci, quella del buon cibo, del buon vino, e dell’occasionale mandolino appunto. Un luogo da esaltare soltanto nei suoi aspetti più belli, sorvolando su tutto quello che non funziona, a partire dall’overtourism. Una cosa che in effetti a NYC manca di questi tempi, con turisti sempre meno incoraggiati a visitare un paese che pare sull’orlo di una guerra civile. Ma che importa, abbiamo la buchetta e siamo contenti.


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