colloquio fiume per un nuovo asse Roma-Parigi – Il Tempo

Il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, e il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, si sono incontrati a Roma per “approfondire la discussione e coordinare gli sforzi di mobilitazione e azione europea di fronte alle sfide comuni che si moltiplicano e si aggravano, esaminando al contempo le prossime scadenze nelle relazioni tra Francia e Italia”. E’ quanto emerge da un comunicato stampa congiunto. “L’Italia e la Francia, fedeli al loro ruolo di Nazioni fondatrici della costruzione europea, intendono rafforzare il loro impegno comune per un’Europa più sovrana, più forte e più prospera, soprattutto orientata alla pace e capace di difendere i propri interessi e di proteggere i propri cittadini. L’incontro ha evidenziato forti convergenze sull’agenda europea per la competitività e la prosperità, da attuare in modo ambizioso e accelerato, sulla semplificazione normativa, sugli investimenti pubblici e privati, sull’energia e sulla piena applicazione del principio di neutralità tecnologica e, più in generale, sulle condizioni necessarie a far concorrere le imprese europee ad armi pari” si legge ancora nel comunicato.
Il bilaterale era cominciato con scambio di baci, prolungata stretta di mano, qualche parola sussurrata all’orecchio, e poi larghi sorrisi, anche in favore delle numerose telecamere e dei fotografi posizionati nel cortile di Palazzo Chigi. Un folto schieramento di obiettivi che induce Giorgia Meloni a scherzare proprio poco prima dell’ingresso nella sede del governo di Emmanuel Macron. “Un parterre da grandi occasioni, c’è molto interesse per questo bilaterale”, la battuta della premier, che non può fare a mano di sottolineare l’attesa generata dall’incontro del “disgelo” col presidente della Repubblica francese, pianificato per rilanciare il dialogo tra le parti su nuove basi.
D’altronde le frizioni sull’asse Roma-Parigi (dal dossier Ucraina a quello sui dazi) non sono mancate negli ultimi tempi, e il faccia a faccia – come rimarcato alla viglia da fonti italiane – è stato organizzato anche per “porre le basi per un ulteriore rafforzamento delle relazioni tra i due Paesi” e per discutere di collaborazioni finalizzate a far crescere “ancora di più il rapporto bilaterale e l’integrazione tra le due economie”, con un focus particolare su ricerca e tecnologie di avanguardia. Al centro del colloquio “chiarificatore” durato circa 3 ore, e seguito da una cena di lavoro a Chigi, Meloni e Macron si sono confrontati sulle priorità di politica europea, a partire dalla competitività, dalla difesa, dal rafforzamento delle relazioni transatlantiche e dal contrasto all’immigrazione irregolare. Tema trasversale in agenda, anche in vista dell’avvio del negoziato sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, il reperimento delle ingenti risorse necessarie a finanziare le priorità strategiche europee, attraverso un mix di investimenti privati e risorse comuni. Il faccia a faccia è servito poi a fare il punto sugli ultimi sviluppi riguardanti la guerra in Ucraina – tema su cui Macron e Meloni sono entrati in rotta di collisione nell’ultimo periodo a causa delle mosse della “coalizione dei volenterosi” che hanno visto più volte la premier tagliata fuori dalle riunioni con Kiev e Washington – e sulle prossime iniziative da portare avanti anche alla luce dei negoziati di Istanbul tra Ucraina e Russia. Nell’agenda dell’incontro anche la situazione in Medioriente e in Libia, e le iniziative comuni a sostegno della stabilità e della sicurezza della regione mediterranea.
Prima di ricevere Macron, per Meloni c’è stato anche il bilaterale col primo ministro slovacco, Robert Fico. Incontro riprogrammato dopo che, in un primo momento, era stato fissato per il 13 maggio, quattro giorni dopo la missione dello slovacco a Mosca per incontrare Vladimir Putin e partecipare (unico leader dell’Ue) alla parata militare sulla Piazza Rossa. Come spiegato dallo stesso Fico, metà del faccia a faccia (durato un’ora) è stato riservato all’Ucraina. Nella nota congiunta i due capi di governo hanno fatto riferimento al “sostegno per una pace giusta e duratura”, al comune “impegno per la ricostruzione del paese in vista della Ukraine Recovery Conference” che si terrà a Roma il 10 e 11 luglio. Sul conflitto in corso, tuttavia, Fico parlando coi cronisti all’uscita da Chigi, ha affermato che “ci sono Paesi nell’Ue che vogliono prolungare questa guerra perché pensano che questo sia il modo per danneggiare la Russia”. “Non credo che questa strategia funzioni”, il punto di vista del leader di Bratislava che con Meloni ha discusso anche di energia, difesa e migranti.
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