Ambiente

Coldiretti Puglia, da uva da tavola finalmente un equo compenso – Prodotti Tipici

(V. “Uva da tavola, offerta con o senza semi…” delle 17,04)
“L’uva da tavola italiana è così
vincente sui mercati internazionali, in particolare di Europa e
Paesi Arabi, perché la Puglia è protagonista dal campo, con la
superficie coltivata maggiormente investita su questa coltura
tradizionale e tipica, alla tavola, C’è in loco una grande
capacità organizzativa e soprattutto c’è una estrema qualità
data dal sole e dai terreni che determinano, nonostante la
carenza idrica su cui al Sud servono investimenti strutturali,
condizioni favorevoli affinché questo settore possa svilupparsi
e possa trovare un futuro sempre migliore”. A dirlo, a margine
del convegno conclusivo della terza edizione di “Regina di
Puglia” presso il Palazzo della Cultura di Noicàttaro, è il
direttore di Coldiretti Puglia Pietro Piccioni nel sottolineare
quanto, rispetto ad altre produzioni agricole, l’uva da tavola
stia finalmente portando una gratificazione economica in campo
importante. “Finalmente un equo compenso per chi lavora in
vigna” commenta Piccioni annunciando che Coldiretti Puglia
“continuerà ad investirci affinché un prodotto così importante
trovi riconoscimento, forte dell’indicazione territoriale, sui
mercati internazionali. Questo significa che un consumatore
deve saperlo riconoscere, identificare e scegliere anche in un
mondo che tende all’omologazione. Noi siamo fortemente convinti
del valore – continua il direttore di Coldiretti Puglia – della
caratterizzazione territoriale per i buyer esteri che vengono a
conoscere i nostri vigneti e ad assaporare i prodotti tipici
dove c’è una cultura e ci sono delle tradizioni. Un’esperienza
nuova da proporre anche ai consumatori ma c’è la necessità di
dare tracciabilità alle produzioni, C’è una Igp sulla quale è
opportuno che le aziende del comparto inizino in qualche modo a
crederci sempre di più, perché un prodotto ben identificato è un
prodotto che non si lascia la confondere da un mercato sempre
più globalizzato. E sicuramente la valorizzazione delle uve con
i semi (Vittoria, Italia, ndr), che rappresentano il nostro
caposaldo della tradizione, va mantenuta. Uve tipiche che
troveranno sempre spazio nei mercati di Campagna Amica: noi –
conclude – non possiamo abbandonare quello che sono le nostre
radici anche perché nell’omologazione collettiva dilagante sono
la distintività”.

   

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