Marche

code infinite, resse per i bus aspettando il sold-out di Ultimo

ANCONA La notizia più che positiva: nell’arco di tre giorni Ancona ha brillato come non faceva da anni. Prima il concerto di Zucchero, poi lo show dei Pinguini al Del Conero: spettacoli che hanno richiamato quasi 50mila persone nel capoluogo dorico. L’altra faccia della medaglia: il successo per due serate memorabili rischia però di venire offuscato dalle linee d’ombra. Il tasto dolente, la viabilità attorno allo stadio. A dirlo è un nutrito numero di spettatori che, nonostante la magia dei concerti, non ha risparmiato – soprattutto sui social – lamentele per l’organizzazione del pacchetto-traffico. 

Le criticità

I disagi, seppur ridotti ma comunque venuti alla luce dopo il live di Sugar, sono esplosi sabato al termine del concerto della band bergamasca.

Strade bloccate, traffico in tilt, persone che hanno camminato al buio per chilometri e la ressa per accaparrarsi le navette, riempite fino all’inverosimile. Arrivare al casello autostradale, a detta di tanti, è stato praticamente impossibile a causa delle limitazioni dovute al piano viabilità. E allora: code sulla Variante, in via Primo Maggio e lungo via Filonzi che, tra l’altro, in tanti hanno percorso a piedi perché avevano parcheggiato nei paraggi. 

Fermi in coda

C’è chi è dovuto star fermo nel parcheggio del Gross Center perché non riusciva ad uscire tanto era il caos creato dai veicoli e chi è rimasto imbottigliato per ore nel traffico della Baraccola, arrivando a casa – ad Ancona – alle due. Quando è finito il concerto? Attorno alle 23.30. «Due ore bloccati, organizzazione pessima» scriveva ieri sui social una ragazza. Qualcuno, temendo il peggio, si è defilato dallo stadio quando ancora mancavano un paio di canzoni per completare la scaletta. Tra le maggiori lamentele, anche il numero considerato esiguo delle navette messe a disposizione (arrivate «in modo poco ordinato e dispersivo» tra i commenti di chi è uscito dallo stadio), il caos creatosi per salire sui bus («stipati come sardine») con il rischio di venire schiacciati (c’erano anche dei bambini allo stadio) e le poche indicazioni fornite per chi doveva andare a riprendere l’auto lasciata chissà dove. 

Il park chiuso

«Un’odissea» ha scritto qualcuno sui social, rispondendo al post del Comune che informava – prima dell’inizio del concerto – della situazione dei parcheggi. «Vorrei chiedere la finalità di aver chiuso il parcheggio dello stadio. Io ho vissuto solo grande disagio» ha fatto presente un’altra spettatrice. La stoccata: «Se non sapete gestire non fate concerti in Ancona». «Mai più un concerto ad Ancona» ha scritto chi all’una e trenta doveva ancora imboccare l’A14 per tornare a casa. A finire nel mirino è stata soprattutto la linea gialla, attivata (ce ne erano 4 in tutto) per aiutare chi lasciava l’auto in zona Baraccola, punto di riferimento per chi arrivava da sud. Il Comune aveva avvisato: il bus non fermava davanti allo stadio ma nell’area del cinema Giometti. Quasi due chilometri e 25 minuti di cammino. «Un pellegrinaggio» ha detto una jesina che, al ritorno, ha dovuto fare i conti con il buio e lo slalom attorno alle auto. I fan dei Pinguini si sono anche chiesti: perchè non aprire la fermata del treno di Ancona stadio? Insomma, qualcosa sul piano della viabilità non deve aver funzionato. Ma tra nove giorni al Del Conero va in scena il concerto di Ultimo. È sold out, indicazione che ad Ancona arriveranno più di 30mila persone. E se le scene di caos viste sabato possono insegnare qualcosa, allora è ora di correre agli esami di riparazione.




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