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Clima, l’Europa conta i danni: oltre 790 miliardi di perdite economiche. L’Italia tra i Paesi più colpiti

Dal 1980 a oggi, l’Europa ha accumulato perdite economiche per oltre 790 miliardi di euro a causa di eventi climatici estremi: alluvioni, siccità, ondate di calore, incendi. È il drammatico bilancio tracciato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) nel suo ultimo report, che fotografa con precisione una realtà in cui l’emergenza climatica è ormai anche una questione economica strutturale. Al centro di questa contabilità dei disastri si colloca l’Italia, seconda solo alla Germania per entità delle perdite, con un totale che supera 135 miliardi di euro.

L’Europa e il conto salato del cambiamento climatico

Il Paese più colpito in termini assoluti è la Germania (180 miliardi), seguita da Italia (135 miliardi), Francia (130 miliardi) e Spagna (97 miliardi). Ma restringendo il campo agli ultimi vent’anni, emergono altri attori come Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Portogallo, Romania e Slovenia, tutti con perdite stimate tra i 12 e i 15 miliardi di euro. L’impatto economico non è distribuito in modo uniforme, ma la tendenza è chiara: eventi una volta considerati “straordinari” stanno diventando parte della normalità.

Secondo gli esperti dell’EEA, i fenomeni che causano i danni maggiori variano a seconda della regione: alluvioni e siccità nell’Europa centrale e mediterranea, ondate di calore e incendi boschivi nell’area meridionale, tempeste e frane nelle zone montuose e costiere. In questo scenario, l’inadeguatezza delle coperture assicurative è un ulteriore fattore di rischio: in almeno 16 Paesi UE, oltre il 90% delle perdite non è coperto da assicurazione. Solo la Danimarca supera il 50%.

Italia: un Paese fragile tra frane, alluvioni e siccità

Con 135 miliardi di euro in danni, l’Italia è tra i Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici. A fare le spese del riscaldamento globale è soprattutto il Nord, colpito con sempre maggiore frequenza da nubifragi intensi e alluvioni-lampo, mentre il Sud affronta cicli sempre più prolungati di siccità e desertificazione. I dati dell’ISPRA confermano che negli ultimi vent’anni le giornate di pioggia intensa sono aumentate di oltre il 30%, mentre le precipitazioni totali annue sono in calo.

In questo contesto, il sistema assicurativo italiano è altamente insufficiente: secondo le stime ufficiali, meno del 10% dei danni da eventi estremi è coperto da polizze. L’Italia, a differenza di Francia e Spagna, non dispone di un sistema pubblico-privato nazionale per la gestione del rischio climatico. Questo porta spesso a interventi emergenziali post-evento, finanziati in parte con fondi UE (come il Fondo di Solidarietà), ma privi di un disegno strutturato e duraturo.


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