Cisl Fp Liguria: “La Asl 3 applica in maniera incoerente la normativa sull’orario convenzionale”
Genova. Riceviamo e pubblichiamo dalla Fp Cisl Liguria
Ancora una volta ci troviamo di fronte a scelte della direzione del personale della ASL 3 che sembrano fatte di proposito per minare il senso di appartenenza dei dipendenti che questo servizio dovrebbe gestire.
Non bastano le carenze di organico con conseguenti carichi di lavoro insostenibili, servizi che funzionano solo grazie a straordinario e prestazioni orarie aggiuntive pagate a 26 euro anziché a 50, come prevederebbe l’accordo regionale. E ancora assunzioni fatte col contagocce, etá media 57 anni e relazioni sindacali al minimo storico.
No, non bastava tutto questo, ci voleva il carico. E allora la direzione lo ha calato, adottando un’interpretazione della normativa contrattuale, che va a penalizzare il personale.
In poche parole, è stato deciso di adottare per le assenze l’orario convenzionale come dichiarato nel contratto, con un’interpretazione assolutamente sbilanciata, che penalizza i lavoratori in qualsiasi caso di assenza, garantendo loro la copertura solo per le “convenzionali” 7 ore e 12 minuti.
Tale interpretazione, ahi noi, adottata da più di una azienda sanitaria, scippa di fatto, il diritto ad alcuni istituti contrattuali e di legge, fino ad oggi garantiti dalle fonti normative della nostra legislazione.
Per esemplificare, prendiamo il caso della malattia. Ipotizzando che un lavoratore si fermi in malattia per il turno detto “di lunga”, che sempre per ipotesi, abbia una durata di 9 ore. Stando alla nuova modalità interpretativa del contratto che la ASL 3 vuole assumere, questo si vedrebbe coperte soltanto le famigerate 7 ore e 12 minuti previste dall’orario convenzionale, trovandosi accollato un debito orario pari alle restanti 1 ore e 48 minuti che sarebbero state necessarie a finire il turno.
In poche parole, l’istituto della malattia, sarebbe riconosciuto soltanto per una parte dell’orario imposto dall’azienda; il resto invece, dovrebbe essere recuperato una volta rientrato.
Questo meccanismo sarebbe applicato a qualsiasi altro istituto che preveda un assenza dal lavoro.
La perversione del meccanismo peraltro, comporterebbe un incongruenza che a nostro avviso prima o poi verrebbe ratificata come danno erariale in capo all’azienda. Sì, perché nel momento in cui un altro ipotetico dipendente si trovasse a dover fare assenza in un turno che per disposizione dell’azienda stessa fosse inferiore alle 7 ore 12 minuti, diciamo sempre in linea di principio teorico, 6 ore (“turno di corta”), questi si vedrebbe riconoscere la differenza in accantonamento ore lavorate. In sintesi, da malato, accumulerebbe un’ora e 12 minuti di credito nei confronti dell’azienda.
A nulla sono valsi tentativi di proporre alla direzione del personale del lavoro Asl 3 altri modi di interpretare questo articolo del contratto, aggirando questo perverso meccanismo: la strada era ormai decisa!
Diversi enti hanno evitato di applicare tale modalità di rendicontazione oraria, ragionando in maniera diversa.
La ASL invece non ha potuto fare a meno di sommare a tutti i disagi da noi indicati in premessa, anche questo ulteriore fardello, che renderà sempre meno appetibile il lavoro tra le sue fila.
Per questo, l’unico nostro mandato è: continuare la lotta contro questa modalità di interpretazione.
Gabriele Bertocchi, Segretario Generale Regionale Cisl Fp Liguria
Andrea Manfredi, Segretario Regionale Cisl Fp Liguria