Cinque suore di clausura in fuga dal convento, «Clima irrespirabile»
Un clima ormai logoro, con tensioni e coercizioni definite insopportabili. Così cinque suore del convento di clausura di San Giacomo di Veglia a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, hanno deciso di fare le valigie, presentarsi ai carabinieri e chiedere di essere messe al riparo in un luogo sicuro. Un gesto che ha scosso una comunità molto conosciuta nell’ambiente ecclesiastico. Alla base dell’allontanamento non ci sarebbe atti di rilevanza penale ma un clima di forte pressione psicologica. La Diocesi di Vittorio Veneto conferma il commissariamento dell’Istituto e l’uscita delle cinque religiose senza entrare nel merito di una vicenda di competenza dell’ordine religioso di appartenenza.
È destinata a far discutere la vicenda di cinque suore cistercensi del convento di San Giacomo di Veglia di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso. Un luogo conosciuto come roccaforte di fede ma anche di concretezza: le suore infatti sono produttrici di un celebre e apprezzato Prosecco Docg.
La vicenda viene da lontano e precisamente da una querelle nata già nel gennaio 2023, quando dal convento partì una lettera di quattro monache indirizzata al Papa, con accuse nei confronti della madre badessa. Accuse che, due prime visite ispettive, aveva archiviato come «calunnie». Ieri una delle fuoriuscite, pare la più giovane, ha parlato con Il Gazzettino riferendo di un clima di coercizione psicologia irrespirabile verificatosi con l’insediamento della commissione ispettiva pontificia dopo l’allontanamento della precedente badessa, madre Aline Pereira.
La Diocesi di Vittorio Veneto, pur non entrando nella vicenda (perché non competente), informa delle decisioni assunte dal Dicastero sulle «situazioni di criticità riscontrate nella vita della Comunità». «In riferimento al Monastero dei Santi Gervasio e Protasio delle monache Cistercensi in San Giacomo di Veglia, che è stato oggetto di una recente visita apostolica – afferma la nota del Dicastero – avendo verificato la permanenza di alcune situazioni di criticità nella vita della Comunità, relative al servizio dell’autorità e ai rapporti interni, è stata disposta la nomina di una Commissaria Pontificia e di due Consigliere».
Sulla decisione interviene con una nota lo stesso Ordine cistercense, (cui appartiene giurisdizionalmente il monastero trevigiano) spiegando che, in conseguenza del commissariamento, «la madre Martha Driscoll, Abbadessa emerita di Gedono (Indonesia) e finora superiora del Monastero alle Acque Salvie (Tre Fontane) in Roma, ha assunto tutte le competenze che la normativa particolare dell’Istituto e quella universale della Chiesa attribuiscono alla Madre Abbadessa. Sono state inoltre nominate sue assistenti madre Luciana Pellegatta, Abbadessa di Cortona, e la professoressa Donatella Forlani».
Source link