cinque ore di domande dei giudici al Tribunale di Trieste
Giornata densa di tensioni quella andata in scena oggi presso il Palazzo di Giustizia di Trieste, dove si è tenuta un’udienza di incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Liliana Resinovich. Un caso che continua a scuotere l’opinione pubblica e a sollevare interrogativi, a più di tre anni dal ritrovamento del corpo della donna in un boschetto nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni.
L’episodio che ha aperto la mattinata ha visto protagonisti due figure chiave di questa vicenda: Sebastiano Visintin, marito di Liliana e oggi indagato per omicidio, e Claudio Sterpin, l’amico di lunga data della donna, chiamato a testimoniare in aula. I due si sono incrociati davanti al tribunale, dove è avvenuto un breve ma teso confronto verbale.
“Rispetto per Liliana”
Avvicinandosi a Sterpin, Visintin ha gridato parole nette: “Rispetto per Liliana, questo chiedo io e basta”. La frase è stata ripetuta più volte, con tono fermo, attirando l’attenzione dei presenti e dei giornalisti. Sterpin, da parte sua, ha evitato qualsiasi risposta e ha proseguito verso l’ingresso del tribunale in silenzio. Poco dopo, ha chiarito la sua posizione davanti ai microfoni: “Ho sempre rispettato Liliana”, ha dichiarato.
Il riferimento di Visintin, secondo quanto emerso, riguarderebbe alcune affermazioni rese pubbliche nei mesi scorsi, in cui si parlava di momenti di intimità vissuti con Liliana, menzionando anche pratiche come il “petting”. Parole che, a detta del marito, avrebbero leso la dignità della donna scomparsa.
L’incidente probatorio e la versione di Sterpin
All’interno della sezione GIP del tribunale di Trieste, si è poi svolta l’udienza di incidente probatorio, richiesta dalla titolare dell’indagine, la pm Ilaria Iozzi, e autorizzata dal giudice per le indagini preliminari Flavia Mangiante. L’udienza, a porte chiuse, è iniziata intorno alle 9:30 ed è durata oltre cinque ore. Presenti, oltre al teste Claudio Sterpin, anche Sebastiano Visintin, la procuratrice capo di Trieste Patrizia Castaldini, l’avvocato difensore di Sterpin, Giuseppe Squitieri, e le parti coinvolte nel procedimento.
Prima di entrare in aula, Claudio Sterpin ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti, in cui ha lanciato accuse dirette nei confronti di Visintin: “Liliana l’hanno cercata tutti, tranne uno”, ha detto, facendo chiaramente riferimento al marito. “Lui se n’è fregato di andarla a cercare perché sapeva che non sarebbe tornata. Visintin sa tutto quello che è successo. L’ho dichiarato più volte e lo dirò anche in punto di morte”.
Quando gli è stato chiesto chi potrebbe aver ucciso Liliana, Sterpin ha risposto con amarezza: “Domanda da 100 miliardi. Io posso avere dei sospetti, ma niente di più”.
Durante l’udienza, Sterpin ha ribadito quanto già affermato nei mesi precedenti, contestando la narrazione fornita da Visintin circa la vita matrimoniale con la moglie. Secondo il marito, la loro relazione sarebbe stata armoniosa e serena, ma Sterpin contesta questa versione: “Raccontava di un idillio tra loro. Ma non era così”.
Le foto nell’hard disk e i dubbi sul ritardo
Uno degli elementi discussi in udienza riguarda alcune fotografie contenute in un hard disk che Visintin avrebbe consegnato a un amico dopo la scomparsa della moglie. Le immagini, risalenti a più di vent’anni fa, mostrerebbero momenti condivisi tra Liliana e Claudio Sterpin, e sarebbero state scattate proprio da Visintin.
Sterpin ha espresso perplessità sul fatto che questi materiali siano emersi solo a distanza di oltre tre anni dalla morte della donna: “Non capisco perché queste foto siano state rese note solo adesso. È un dettaglio che poteva essere rilevante già da tempo”, ha commentato.
Al termine dell’incidente probatorio, Sterpin ha affermato di aver confermato in aula tutta la sua versione: “Ho ripetuto tutto quello che ho detto fino a oggi. Tutto o quasi tutto, perché altrimenti ci sarebbero voluti tre giorni. La mia versione è una sola, e l’ho sempre raccontata”.
La posizione della Procura
Alla fine dell’udienza, è stata la procuratrice capo Patrizia Castaldini a rilasciare un breve commento alla stampa. Senza entrare nel merito dei contenuti, ha definito l’audizione “assolutamente lineare e coerente”. Alla domanda se l’udienza fosse stata utile, ha risposto: “Penso di sì. Il testimone ha risposto a tutte le domande: quelle del pubblico ministero, della parte offesa e della difesa. Ha risposto a tutto”. Alla richiesta se la Procura abbia ora le idee più chiare, ha replicato con un cauto: “Speriamo…”.
Un caso che continua a dividere
La scomparsa di Liliana Resinovich, avvenuta il 14 dicembre 2021, e il ritrovamento del suo corpo il 5 gennaio 2022, hanno sollevato fin dall’inizio un’onda di domande irrisolte. Le circostanze del decesso, la posizione del corpo e gli elementi emersi nelle indagini hanno alimentato sospetti e teorie diverse. Inizialmente si era ipotizzato un allontanamento volontario o addirittura un suicidio, ma col tempo l’ipotesi di un omicidio ha preso sempre più corpo.
La figura di Sebastiano Visintin è da tempo al centro dell’attenzione. Le sue interviste, spesso contraddittorie, e le versioni divergenti offerte nel tempo sulla relazione con la moglie, hanno contribuito ad aumentare i sospetti. Oggi, con il suo status di indagato per omicidio, ogni sua parola viene pesata al millimetro, così come ogni dettaglio che possa emergere dagli atti o dalle testimonianze.
Anche Claudio Sterpin, da molti indicato come l’“altro uomo” nella vita di Liliana, continua a offrire la sua versione con fermezza e determinazione. Il rapporto tra i due è stato descritto come profondo, sebbene non ufficialmente una relazione sentimentale nel senso tradizionale. Un legame affettivo e personale che ha portato Sterpin a esporsi in prima persona in cerca della verità.
L’incidente probatorio di oggi rappresenta un passaggio cruciale nell’indagine, che ora sembra prendere una direzione più chiara, almeno secondo le parole della Procura. Tuttavia, molte domande restano senza risposta: chi ha ucciso Liliana Resinovich? Qual era realmente il suo stato d’animo nei giorni precedenti alla scomparsa? E cosa nascondono i silenzi e le reticenze che ancora circondano questa vicenda?
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