Ciclista morì per una buca, ex sindaco a processo per omicidio colposo. L’Anci: solidarietà

“Massima solidarietà all’ex sindaco di Collegno e a tutti i colleghi che, ogni giorno, si ritrovano a dover affrontare il rischio di un’indagine penale per eventi che sfuggono alla loro diretta gestione e controllo”: lo ha dichiarato il presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, dopo l’avvio di un procedimento penale per omicidio colposo nei confronti di Francesco Casciano, ex sindaco di Collegno, per la morte di un ciclista in seguito a una caduta su una strada.
L’ex primo cittadino è accusato “per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia” per l’incidente che costò la vita a Aldovino Lancia, un pensionato di 70 anni che cadde in bicicletta il 28 settembre 2023 mentre pedalava in strada vicinale della Berlia. L’uomo aveva sbattuto la testa ed era morto 24 ore dopo il ricovero all’ospedale Maria Vittoria. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo avrebbe perso il controllo del mezzo per via di una buca tra i 2,5 e i 5 centimetri. Per i pm il Comune avrebbe dovuto garantire la manutenzione e segnalare la presenza della buca.
L’avvocato di Casciano, Luca Cassiani, sostiene che i lavori in quel tratto di strada siano di pertinenza della Città metropolitana e che comunque si sia trattato di una disgrazia. In più, evidenzia come l’ex sindaco sia appassionato di bicicletta e più volte impegnato in progetti che riguardavano i ciclisti e la loro salvaguardia.
Manfredi ha ribadito con fermezza la necessità di delimitare chiaramente i confini della responsabilità penale degli amministratori locali. “È inaccettabile doversi ritrovare indagati per omicidio colposo per un caso del genere. E non è l’unico: sono numerosi i casi di sindaci oggetto di responsabilità penale per situazioni come una manutenzione stradale o l’allagamento di un sottopasso. Siamo figure centrali e di riferimento per le comunità, i nostri compiti sono cresciuti esponenzialmente a fronte di risorse umane e finanziarie sempre più esigue, ma non siamo più disposti a prenderci colpe che non ci appartengono” ha continuato Manfredi.
“I sindaci sono chiamati a dare l’indirizzo politico, ma non possono essere i capri espiatori di ogni disfunzione amministrativa o evento tragico che avviene sul territorio. Il confine della responsabilità è diventato troppo labile. C’è bisogno di un intervento normativo urgente e strutturale, a partire dalla riforma dell’ordinamento degli enti locali per garantire una chiara distinzione tra le funzioni di indirizzo politico, proprie del Sindaco, e quelle di gestione. Non si può continuare ad assegnare ai Comuni e ai sindaci responsabilità crescenti (dalla Protezione Civile alla sicurezza stradale) senza dotarli di risorse economiche, personale tecnico e strumenti operativi adeguati per la mitigazione dei rischi e la manutenzione ordinaria”.
“Il Comune è il primo presidio dello Stato sul territorio. Non vogliamo sottrarci alle nostre responsabilità, ma esigiamo che queste siano realisticamente delimitate. La sovraesposizione penale sta rendendo impossibile l’attività amministrativa e allontanando le persone migliori dall’impegno civico. Serve un confine chiaro delle responsabilità per liberare i sindaci e rimetterli nelle condizioni di lavorare serenamente per il bene delle loro comunità” ha concluso il presidente Anci
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