Cia, salvare canapa italiana con stop a norma in Ddl Sicurezza – Mondo Agricolo
Salvare la canapa italiana. È con
questo obiettivo che la filiera si è riunita nella sede di
Cia-Agricoltori Italiani per dire ancora una volta “no” alla
norma del Ddl Sicurezza che “rischia di distruggere uno dei
segmenti di eccellenza del Made in Italy agroindustriale per
ragioni esclusivamente ideologiche. Chiesto perciò un cambio di
passo al governo contro un provvedimento totalmente ingiusto.
Vietare la coltivazione, la lavorazione e la vendita delle
infiorescenze della canapa e dei suoi derivati, come propone
l’articolo 18 del disegno di legge attualmente in discussione al
Senato, equivale a cancellare in un colpo solo l’intero
comparto, che già oggi vale 500 milioni di fatturato annuo e
conta oltre 15 mila posti di lavoro. Rendendo così illegale una
filiera ad alto valore aggiunto e a trazione giovanile, ma
soprattutto dall’enorme potenziale produttivo e di investimento
tra cosmesi, erboristeria, bioedilizia, florovivaismo, tessile,
alimentare, tutti impieghi ampiamente riconosciuti dalla
normativa Ue e che potrebbero generare, entro il 2030, fino a 10
miliardi di euro” stima la confederazione agricola.
“È inaccettabile mettere a rischio una filiera a causa di
pregiudizi -ha detto il presidente di Cia, Cristiano Fini-. Per
questo oggi lanciamo un nuovo appello alle istituzioni, affinché
si torni indietro sul Ddl Sicurezza e si apra subito, invece, un
confronto approfondito con gli operatori per garantire al
settore della canapa industriale un quadro normativo chiaro ed
equo, partendo dalla convocazione del Tavolo di filiera presso
il Ministero dell’Agricoltura. Lavoriamo insieme per
valorizzare, e non affossare, un comparto in piena crescita che
non ha nulla a che fare con il mercato delle sostanze
stupefacenti”.
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