Marche

«Ci avvelenava con il cibo, ho provato a ucciderla altre volte»

TOLENTINO Gentiana non l’ha mai saputo ma nell’ultimo mese il suo assassino l’aveva raggiunta a Tolentino già altre due volte per ucciderla. In entrambi in casi un imprevisto aveva fatto saltare l’agguato. Sabato invece il suo ex marito non ha trovato ostacoli. Alle 20 Nikollaq Hudhra l’ha raggiunta su un monopattino per non farsi notare, «conosceva la mia auto», ha raccontato dopo l’arresto agli inquirenti. Così ha parcheggiato la sua Ford Focus grigia, è salito sul monopattino con un coltello dalla lama di 18 centimetri nascosto nella salopette e all’altezza del parco di viale Benadduci si è scagliato contro la 45enne.

Come una furia ha sferrato almeno 10 fendenti alle spalle della ex moglie colpendola al collo, alla schiena, al tronco e a un braccio. Neanche quando lei è caduta a terra ha provato pietà e l’ha presa a calci, poi si è seduto su una panchina di fronte al corpo della ex in una pozza di sangue ed è rimasto lì. «Io non mi muovo. Chiamate i carabinieri», avrebbe detto. Quando sono arrivati i militari alcuni connazionali hanno iniziato a inveire contro l’assassino che ha rischiato il linciaggio. Sul posto il comandante provinciale Raffaele Ruocco ha fatto convergere altre 4 auto e l’omicida è stato condotto nella sede della locale Compagnia.

I vaneggiamenti

«Era una cosa che andava fatta.

Avvelenava me e i miei figli, che hanno le stesse patologie mie, l’ho fatto per liberarli», ha raccontato al pm Enrico Riccioni e al suo legale Lucia Testarmata nei 35 minuti di interrogatorio. «Era molto confuso nella sua apparente lucidità», ha commentato il difensore. Già in passato Nikollaq aveva denunciato la ex moglie per lo stesso motivo: l’aveva accusata di avvelenare il cibo che dava a lui e ai figli, ma le querele erano state archiviate. Nel 2011, anno della loro separazione, anche Gentiana aveva denunciato il marito perché la vessava, ma poi il fascicolo era stato archiviato. Forse (è un aspetto su cui si stanno effettuando verifiche) aveva rimesso la querela dopo che nel 2022 avevano avviato una separazione consensuale.

Lui era andato via e lei si era accollata il mutuo della casa che avevano acquistato in città e aveva liquidato la quota dell’ex coniuge che nel frattempo si era trasferito a Passignano sul Trasimeno dove aveva trovato lavoro come bracciante agricolo. Da allora «non mi aveva riferito di altri problemi con l’ex marito», racconta il legale della vittima Guglielmo De Luca, sconvolto per la morte della donna. Gentiana Kopili (il suo cognome da nubile) e Nikollaq si erano sposati in Albania nel 2002, cinque anni più tardi lui era arrivato a Belforte, a dicembre del 2008 lei lo aveva raggiunto con i figli Samuel e Mario, il più piccolo. Dopo qualche anno si erano trasferiti a Tolentino e lì sarebbero iniziate le paranoie di lui e le vessazioni.

Da quanto emerso a maggio di 4 anni fa lui l’aveva cacciata di casa e Gentiana per qualche tempo era stata ospitata da una persona che accudiva. La vicenda fu segnalata ai servizi sociali, la donna riuscì a rientrare a casa ma lui, prima di andare via, le fece l’ultimo sfregio: cambiò le serrature di alcune stanze costringendola a dormire su una poltrona. Poi le accuse di avvelenamento. Sabato notte il 55enne è stato portato in carcere, il pm gli contesta l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dal rapporto di coniugio. Oggi sarà affidato l’incarico al medico legale Antonio Tombolini per eseguire l’autopsia, tra oggi e domani ci sarà l’interrogatorio di garanzia. L’assassino è in isolamento, per evitare eventuali aggressioni da parte di altri detenuti.




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