chiuso l’home restaurant di Nunzia
Nuovi guai per le pastaie di Bari vecchia: dopo le accuse di vendere pasta industriale, le autorità chiudono un home restaurant. È quello della “signora delle orecchiette”.
Non sembra esserci pace per le orecchiette a Bari. Dopo le polemiche nei confronti delle pastaie di via Arco Basso, più famosa come la “strada delle orecchiette”, accusate di vendere pasta industriale spacciata come fatta a mano, è arrivata un’altra tegola: la polizia annonaria della città ho ordinato la chiusura dell’home restaurant di Nunzia Caputo, la celebre “signora delle orecchiette” di Bari vecchia, comminando anche una multa da cinquemila euro.
Il tutto è nato dai fatti emersi da un servizio della trasmissione “Mi Manda Rai 3” andato in onda il nove novembre scorso, a cui sono seguite le verifiche delle autorità.
La signora delle orecchiette
L’avrete sicuramente vista in qualche reel, ma forse non avete la giusta considerazione della fama della “signora delle orecchiette”, vera attrazione turistica simbolo della città.
Partita, come tutte, dalle lezioni di nonna, si è trovata ad essere la persona giusta, al posto giusto, al momento giusto: la sua simpatia dirompente, i suoi aforismi declamati in rigoroso dialetto barese e senza risparmio di decibel, le hanno permesso di intercettare il rinnovato interesse turistico verso il capoluogo pugliese e, col volano delle presenze a La Prova del Cuoco, è nato un vero brand, con vip e influencer vari in pellegrinaggio in via Arco Basso, la sponsorizzazione di un mulino, il servizio fotografico di Dolce & Gabbana, la sua presenza richiesta dall’India agli Stati Uniti.
Home restaurant sì o no
Tra le varie attività della signora Nunzia non poteva mancare un home restaurant, finito nel mirino dei giornalisti di Mi Manda Rai 3, insieme a quelli di altre pastai della strada delle orecchiette, a causa dello scarso rispetto delle regolamentazioni sanitarie e fiscali. Interpellata dal Corriere del Mezzogiorno, Caputo dice la sua: “Noi non abbiamo avuto nessuna multa, non sappiamo nulla. Non è venuto nessuno. E ora, adiremo le vie legali. Siamo stanchi (…) Siamo persone umili, arriviamo dalla povertà e abbiamo reso famoso il cibo di Bari in tutto il mondo”.
Sempre secondo la signora delle orecchiette: “Con la società siamo in regola con le fatture e abbiamo convertito il locale in commerciale, siamo in possesso del deposito alimentare e realizzato il brand. Cos’altro dobbiamo fare?”.
Eppure la polizia annonaria sembra non avere dubbi: “A seguito di acquisizioni immagini video della trasmissione televisiva Mi manda Rai Tre, mandata in onda il 9 novembre, è emerso che il trasgressore, all’interno della propria abitazione, a Bari, esercita attività di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico, senza aver presentato allo sportello unico per le Attività produttive del Comune di Bari la prescritta segnalazione certificata d’inizio attività (Scia)”. Sulla questione è intervenuto anche Gaetano Campolo, ceo della piattaforma Home Restaurant Hotel: “È fondamentale chiarire che l’attività della signora Nunzia non rappresenta un Home Restaurant.
Secondo quanto emerso, la signora gestiva un vero e proprio esercizio pubblico abusivo, organizzando banchetti all’esterno della propria abitazione e vendendo prodotti industriali ai clienti, nulla a che fare con l’esperienza intima e privata tipica di un Home Restaurant”.
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