Chioggia, gasolio in laguna, Baldin e Dolfin: non deve più accadere

Esprimono grande preoccupazione i rappresentanti regionali della Lega-Liga Veneta Marco Dolfin e del MoVimento 5 Stelle Erika Baldin, entrambi nativi di Chioggia, a proposito del grave sversamento di carburante nella laguna e dei canali della città, avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, che oltre a provocare forti disagi tra i residenti ha messo a rischio l’ecosistema lagunare: entrambi sostengono che sia necessario affrontare al più presto l’emergenza, ma anche andare a fondo sulle cause che l’hanno provocata, per evitare il ripetersi di episodi simili.
Dolfin: individuare i responsabili

Il consigliere Lega-LV Dolfin conferma l’attenzione al problema: “Siamo in prima linea sulla situazione che si è creata nella Laguna e nei canali di Chioggia. Ci troviamo di fronte a una duplice emergenza: da un lato il grave danno ambientale, dall’altro il forte disagio per i residenti che, da ore, devono convivere con un odore insopportabile e con le conseguenze dell’inquinamento”. Secondo Dolfin è necessario muoversi su due fronti, cioè la salvaguardia dell’ambiente e la ricerca delle responsabilità: “L’ufficio Ambiente del Comune di Chioggia – prosegue il consigliere – ha chiesto informazioni precise dalla Capitaneria di Porto di Chioggia e Venezia per valutare le possibili azioni da intraprendere.” Nello stesso tempo, ha aggiunto Dolfin, il Comune di Chioggia è in contatto con i volontari della LIPU che stanno recuperando gli uccelli colpiti dall’inquinamento, alcuni dei quali necessitano di cure urgenti a causa delle piume imbrattate dal carburante, a conferma di quanto è importante proteggere il patrimonio naturale e marino: “Non possiamo permettere – conclude Dolfin – che eventi simili restino impuniti o vengano sottovalutati. L’attenzione deve rimanere alta, e mi impegnerò affinché venga fatta piena luce sulla vicenda. L’ecosistema della Laguna di Chioggia è un bene prezioso che va tutelato con ogni mezzo”.
Baldin (M5S): “Occorrono prevenzioni e controlli e non è ammessa noncuranza.”

Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, si sofferma sulle immagini dei cormorani intrisi di nafta nelle rive di Sottomarina, salvati dalle volontarie e dai volontari della LIPU: “Scene che fanno male – dichiara Baldin -, che accostiamo abitualmente ai conflitti nel Golfo e che mai penseremmo di dover ospitare in città. La vasta chiazza oleosa si è in poco tempo diffusa lungo i canali di Chioggia e nel Lusenzo, emanando miasmi avvertiti dalla popolazione e provocando logicamente danni ambientali, come quelli appunto incorsi alla fauna”. Nel frattempo, spiega ancora la capogruppo dei 5 Stelle, il capo del Compartimento marittimo della Capitaneria di Porto ha dichiarato lo stato di emergenza, mentre Guardia Costiera, Vigili del Fuoco e Guardie ai Fuochi sono ancora al lavoro per il contenimento della perdita, al fine di evitare che si allarghi al resto della laguna. Secondo le prime indagini, riferisce Baldin, sarebbe stato individuato un natante semisommerso da cui sarebbe fuoriuscito il gasolio, episodio che secondo i media locali si sarebbe già verificato anche se non in misura tanto vistosa: “Oltre ad accertare se la fonte sia meramente accidentale o se vi è stata noncuranza, è il momento per ribadire che la prevenzione è sempre la via maestra per evitare il ripetersi di simili tragedie. Occorre operare una puntuale manutenzione degli scafi – sottolinea la consigliera -, anche di quelli dismessi. Perché non è possibile preferire il loro pericoloso abbandono nell’ambiente a una rottamazione, ancorché dispendiosa. Le acque della laguna pullulano di relitti che vanno rimossi, anche dalle autorità preposte (con addebitamento delle spese ai proprietari), dal momento che costituiscono un rischio per la navigazione stessa”.
In conclusione, Erika Baldin ha sottolineato la tempestività dell’intervento, indispensabile per questo tipo di sversamenti: “Ringrazio tutte le unità intervenute e invoco anche il supporto dell’ARPAV nella fondamentale opera di prevenzione degli incidenti ambientali. Il loro regolare controllo degli spazi acquei non può mancare, per evitare di tornare ai giorni del 1986, quando una chiazza di stirene monomero invase l’Adige, rendendo le acque non potabili e costringendo Chioggia ad approvvigionarsene tramite le autobotti”.
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