Umbria

Chimica Terni-Narni, oltre mille occupati e patrimonio storia e know-how da tutelare


di Marta Rosati

Il costo dell’energia ha fiaccato diverse realtà industriali ma manca il dialogo con Enel che sul territorio gestisce un importante patrimonio idroelettrico; all’interno del Polo chimico da anni manca l’accordo con Edison che lì detiene la propria centrale; esistono produzioni complementari nel raggio di pochi chilometri ma le infrastrutture di collegamento non sono adeguate; ci sono fondi pubblici che aspettano di essere investiti e promesse di sviluppo e ricerca che devono trovare concretezza. Queste alcune delle riflessioni che il segretario Filctem Cgil della provincia di Terni, Stefano Ribelli, affida a Umbria24 nel tentativo di fotografare lo stato di salute del settore chimico nella Conca e stimolare tutti quei soggetti che dovrebbero trainarne il rilancio.

Grafite per elettrodi e Anodi «La buona notizia del raddoppio occupazionale Sangraf (attualmente l’azienda di Narni scalo occupa un’ottantina di lavoratori), legato a una nuova produzione, nonché l’alimentazione degli impianti a idrogeno, è il segno che questo territorio ha ancora un grande potenziale da esprimere, facendo tesoro di storia, Ricerca, conoscenze e competenze che si sono formate e rinnovate nel corso dei decenni. Tuttavia – ammonisce Ribelli quando al medio-lungo periodo – è dalle istituzioni che dovrebbe arrivare un sempre maggiore stimolo agli investimenti per salvaguardare quanto di buono esiste e consentire di realizzare passi industriali in linea coi tempi e con le direttive europee verso frontiere sempre più green che siano premianti per l’ambiente e per le imprese. Fa riflettere la difficoltà di incontro tra Sangraf e le acciaierie di Terni: l’una produce elettrodi di grafite per forni ad arco elettrico, l’altra utilizza proprio questi impianti per produrre l’inox».

Settore chimico Rassicurante, spostandosi nel Ternano, il revamping in corso all’interno del dell’ex Treofan, oggi Visopack. Una 40ina di dipendenti sono attualmente al lavoro nella fabbrica per la fase propedeutica al riavvio degli impianti, altri 50 in attesa della progressiva rioccupazione (da piano industriale 146 entro il 2025), sono in cassa integrazione. A piazzale Donegani esistono poi Beaulieu, Novamont e Edison: «Nel primo caso, con un accordo sindacale è stato ridotto a sei (da 10) il numero di esuberi per il 2024 e le uscite sono su base volontaria. L’azienda marcia per soli 10 mesi l’anno con due linee attive su tre e con la crisi del mercato igienico, che di materiale assorbente ne consuma meno, nella produzione del ‘fiocco’ si fatica a vedere prospettive positive. Attualmente conta un’80ina di lavoratori. Per quanto riguarda Novamont (leader nelal produzione Mater-bi), il nuovo proprietario Eni Versalis ha dichiarato il gruppo strategico, ma che ruolo possa giocare Terni in questa partita non è ancora noto. Il sito umbro occupa 130 lavoratori. Sono invece 15 quelli che operano nella centrale Edison che, purtroppo non serve più le altre industrie vicine. E non dimentichiamo l’indotto, in particolare la società cooperativa Scat che occupa circa 90 persone».

Stefano Ribelli «Come più volte ricordato – avevrte Ribelli – il Polo chimico avrebbe bisogno di un restyling delle infrastrutture e una pianificazione di intesa tra i diversi siti che vi operano, per condivisione di servizi, energia, depurazione delle acque e quant’altro al fine di ottimizzare i costi e trarre benefici anche in termini ambientali. Risolta la vertenza Treofan, è il momento di agire in tal senso. Le istituzioni dovrebbero ‘mettere un punto’ prima delle prossime scadenze elettorali. E con loro imprenditori e associazioni di categoria devono pianificare il futuro dell’industria sul territorio, tanto meglio sarebbe se ci fosse una politica nazionale di riferimento chiara e definita sul tema. In ogni caso non possiamo permetterci di rinunciare alle risorse a disposizione, quali i fondi Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) o quelli Fsc (Fondo per lo sviluppo e la coesione). Men che meno possiamo permettere che il cosiddetto Polo dei biomateriali ‘Vitality’ resti un titolo senza una vera anima di Ricerca e sviluppo griffata Unipg in collaborazione con Novamont. per ora siamo solo agli annunci».

Filctem Cgil La fotografia del settore sul territorio (che rientra nel poker calato dalla Cgil per rilanciare l’economia) non può che passare per il colosso Alcantara: «Ad aprile non dovrebbe servire cassa integrazione (in Umbria nel primo bimestre 2024 si è registrato un ricorso all’ammortizzatore Cigo del 79,1% in più rispetto a gennaio-febbraio dell’anno passato). È opportuno però sottolineare che nell’arco di 4 mesi sono usciti ben 69 lavoratori (oggi gli occupati sono 520). Le risposte che arrivano dai tavoli tecnici avviati dall’azienda, lasciano spazio a una certa fiducia – ma dobbiamo insistere sulla diversificazione del mercato. Se l’automotive continua a incidere sul fatturato per una percentuale tanto alta, il rischio di crisi periodiche come quella attuale non accennerà a ridursi».

San Gemini E un temporaneo stop investe anche la vetreria O-i, che fa i conti con una sovrapproduzione su scala mondiale: una linea resterà ferma per 13 settimane, quindi è stata aperta la cassa integrazione ma nella seconda metà dell’anno i dati delle previsioni sono buoni; non a caso è di poco tempo fa la stabilizzazione interna di 3 lavoratori (in tutto sono 90). In questo quadro cerca di aprirsi a nuovi mercati Exolon del gruppo Serafin, che produce lastre in policarbonato: gli occhi del commerciale sono puntati sugli States. «Dalle crisi – è convinto Ribelli – si può uscire più forti. Il patrimonio che questo territorio vanta, merita di essere salvaguardato e sviluppato in chiave sostenibilità. La politica dovrebbe anche affrontare per tempo il tema delle concessioni dell’idroelettrico, oggi in capo alle Regioni, in scadenza nel 2029».

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.



Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »