Chiara Biancardi, la signora dei fiori: «La natura stupisce basta ascoltarla» – Bolzano
BOLZANO. Il contatto con la natura è libertà e ci riconsegna una corretta misura delle cose. Chiara Biancardi, nata e vissuta a Bolzano, laureata in Biologia a Bologna, ha insegnato tutta la vita ed oggi è apprezzata guida ai Giardini Trauttmansdorff di Merano, dodici ettari di meraviglia.
Una passione nata come?
Per caso. Un pomeriggio, dopo la scuola, ho deciso di visitare il parco botanico. Ero da sola, senza guida, c’era una leggera pioggia e mi sono immersa in silenzio nelle atmosfere di quel luogo. Un posto sorprendente, mi sono detta a un certo punto, vorrei lavorare qui. Il giorno dopo un collega di Merano mi ha detto che ai Giardini stavano cercando guide italiane. Ho contattato la curatrice, Karin Kompatscher, ci siamo incontrate, ho firmato un contratto e ricevuto testi da studiare. Era fatta, iniziava la mia seconda vita.
A scuola dove ha insegnato?
Sono stata per molto tempo docente di Scienze naturali, Chimica e Biologia all’Istituto per Geometri di Bolzano. Appena è stato possibile mi sono trasferita al Classico “Carducci” sempre a Bolzano, dove ho insegnato fino alla pensione, per me a differenza di tanti altri, non un bel momento. Dopo un anno di relax e qualche viaggio, sono tornata a scuola come presidente di commissione di maturità allo Scientifico di Merano. Ed è stato appunto lì che un pomeriggio, dopo la scuola, ho visitato per la prima volta Trauttmansdorff. Amore a prima vista.
Che sensazioni ha avuto?
Tante tra stupore, armonia, tranquillità e gioia. Ho sempre avuto una forte passione per le piante e devo dire che più ci sto a contatto, più imparo, più mi affascina il loro mondo. Mi comunicano rispetto per la complessità che le struttura e l’efficienza. Non credo di avere un fiore preferito. Tutti hanno la loro “filosofia” e le loro strategie per attrarre impollinatori. Penso alle margherite, alle calle, alle orchidee che fanno cose impensabili. Attraggono i maschi simulando l’aspetto delle loro femmine e producono ferormoni specifici. I fiori incantano gli insetti con i colori, i profumi, certi petali hanno “segnali” che indicano la strada verso il nettare, come fosse una pista di atterraggio.
Fiori e insetti, un binomio inscindibile…
Assolutamente. Ho imparato a conoscere bene le mosche che sembrano api. I visitatori amano sentire la loro storia. Hanno strisce gialle e nere, due ali (non quattro), occhi composti e grandi da mosca. Non pungono, ma i loro predatori cadono nell’inganno e non li mangiano. Sono i sirfidi, un gruppo di mosche (ordine dei ditteri) che imitano l’aspetto di api e vespe per difendersi dai predatori. A differenza delle api, sono completamente innocui per l’uomo, non possiedono il pungiglione. Sono – come detto – importanti impollinatori e, in alcuni casi, le loro larve si nutrono di afidi e contribuiscono a proteggere le piante. E poi ci sono i bombi, “cicciotti”, che bucano il fiore dall’esterno per raggiungerne la base.
Un’attività privilegiata la sua
Certo, anche perché lavoro con un team di circa venti persone, fantastico, appassionato e competente. Un lavoro che mi permette di incontrare persone sempre nuove, confrontarmi con gruppi di visitatori diversi per provenienza e composizione e cercare ogni volta di individuare la strategia migliore per mantenere viva l’attenzione e stimolare la curiosità. Mi piace lavorare con le classi che partecipano alle nostre attività didattiche e mi piace potermi confrontare anche con i loro insegnanti. Mi piace parlare e stare tra le persone, raccontare storie di piante e comunicare agli altri la mia passione. E apprezzo molto le opportunità di aggiornamento e approfondimento che ci vengono proposte dai Giardini perché c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare che non avrei mai detto. Nel mentre continuo a studiare ed a lasciarmi sorprendere dalla natura.
I gruppi preferiti?
Ho avuto esperienze positive con le elementari – bimbi vivacissimi, preparati, curiosi, entusiasti – ma anche, in modo diverso, con le medie inferiori e superiori. Il confronto con la scuola è sempre stimolante, ma anche rapportarsi con i gruppi di adulti è interessante e coinvolgente. Posso aggiungere che ovviamente mi piace incontrare persone interessate alla natura e appassionate di piante, ma la mia massima soddisfazione è riuscire a coinvolgere ed incuriosire anche coloro che non lo sono mai stati. Questa è la vera sfida.
L’esperienza che ricorda tra tante?
Forse la mia guida più emozionante e memorabile rimane quella con un piccolo gruppo di persone, tutti consiglieri comunali di una località piemontese, che accompagnavano il loro sindaco non vedente in una visita ai Giardini prima di riprogettare le loro aree verdi comunali. È stata la prima volta che ho cercato di comunicare la bellezza a chi non poteva percepirla con gli occhi. E credo di esserci riuscita.