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Chi sono le vittime dell’incidente alla Funivia del monte Faito: il macchinista e quattro turisti

Carmine Parlato  Facebook

Carmine Parlato – Facebook

L’operatore si chiamava Carmine Parlato e aveva 59 anni. Era originario di Vico Equense. Lascia la moglie e un figlio di 22 anni. Anche il fratello è un autista dell’Eav, l’azienda regionale dei trasportiEra iscritto alla Filt Cgil. «Siamo di fronte ad una tragedia che lascia senza fiato e senza parole», hanno detto il segretario generale della categoria, Angelo Lustro e il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, «Ora è il momento del cordoglio e del silenzio per le vittime di questa immane ed assurda tragedia. Poi verrà il momento di accertare con esattezza le cause e le responsabilità».

Tanti i commenti e i ricordi sui social. Si legge sulla pagina Facebook di Domenico Monaco: «Ancora non mi capacito e faccio veramente fatica ad accettare che per una tragica fatalità non sei più tra noi caro. Un uomo adorabile, perbene e grande lavoratore. Ti piaceva portare gli autobus, facevi il tuo lavoro con passione e dedizione già dai tempi della Trasporti Vesuviani, Vesuviana Mobilita poi in EAV. Poi scegliesti di andare sulla funivia, ricordo ancora il tuo entusiasmo quando ci sentimmo. Voglio ricordarti per come sei sempre stato, un ragazzo d’oro». «Vico Equense è sconvolta, stretta in un dolore profondo e collettivo. Ha perso uno dei suoi figli migliori. Una persona amata, stimata e conosciuta da tutti».

«Esprimo le mie più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime della tragedia della funivia del Monte Faito», scrive il sindaco di Vico Equense Giuseppe Aiello. «Non ci sono parole per descrivere un dolore così grande: è una tragedia che lascia senza fiato. Anche la nostra comunità è in lutto per la perdita di un concittadino. Carmine Parlato, dipendente dell’EAV, originario di Vico Equense, ha perso la vita insieme ai passeggeri. L’intera città si stringe con affetto e vicinanza attorno alle famiglie delle persone scomparse. A loro va tutto il nostro conforto. Eventi come questo non dovrebbero mai accadere. Ci auguriamo che si faccia al più presto piena luce sulle cause di questa immane tragedia».

«Esprimo profondo cordoglio, a nome della Città Metropolitana, per le vittime della tragedia» scrive il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. «La Città Metropolitana ha seguito l’evolversi della situazione col suo consigliere delegato alla Protezione Civile, Salvatore Flocco, sul posto e in costante contatto con me e col Centro di Coordinamento Soccorsi. Ma il tragico epilogo, per la cabina a monte ha consentito ben poco alla macchina dei soccorsi. Questo, però, è il momento del sostegno alle famiglie».

Questo il messaggio del ministro della Cultura Alessandro Giuli: «Con profonda commozione esprimo il cordoglio mio personale e di tutto il ministero della Cultura per la tragica sciagura della cabina precipitata a Monte Faito. Un luogo simbolico, quest’ultimo, custode di bellezze naturali, vederlo oggi teatro di una simile tragedia ci addolora profondamente. Alla comunità colpita e a tutti coloro che stanno affrontando le conseguenze di questo dramma va il nostro pensiero più sincero».

Il precedente

Per la funivia, inaugurata nel 1952, c’è un precedente incidente mortale nel 1960. La cabina in discesa si sganciò dall’altezza del primo pilone e si schiantò sui binari della ferrovia. Ci furono 4 morti fra cui il manovratore e un bambino di 9 anni.


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