Chi è Cristiana Girelli che ha portato l’Italia in semifinale agli Europei di calcio
Gli occhi pieni di lacrime e la voce rotta dall’emozione: si presenta così in conferenza stampa post Norvegia – Italia Cristiana Girelli, una di quelle che ha fatto alzare in piedi lo stadio di Ginevra al 90esimo e che poi si è presa una meritata standing ovation quando mister Soncin l’ha richiamata in panchina, forse più per abbracciarla forte che per sostituirla realmente dal campo. Una standing ovation da pelle d’oca, una standing ovation che forse soprattutto ai tifosi juventini, più che italiani, ha riportato con la memoria a quel 5 novembre 2008, quando il Bernabeu s’inchinò alla doppietta di Alessandro Del Piero. Ecco, da ieri sera Cristiana Girelli può dire di avere un’altra cosa in comune con il suo idolo di bambina.
Nata a Gavardo, in provincia di Brescia, il 23 aprile 1990, Girelli ha esordito nel Rigamonti Nuvolara, squadra della sua città, indossando poi le maglie di Bardolino Verona (2005–2013) con cui ha collezionato 66 presenze e 60 gol, con successi in Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa. Da Verona a Brescia, la sua Brescia (2013–2018), 98 gol in 115 partite e l’esplosione definitiva: due Scudetti, due Coppe Italia, quattro Supercoppe, fino alla Juventus (dal 2018), di cui è diventata leader con oltre 100 reti in circa 135 presenze. Qui ha vinto tutto: tre Scudetti, otto Coppe Italia, dieci Supercoppe. Nel 2024-25 ha anche vinto il titolo di capocannoniera per la terza volta, dopo il 2019‑20 (16 gol) e 2020‑21 (22), in questa stagione ha toccato quota 19 in serie A.
Premiata come calciatrice dell’anno AIC nel 2020 e 2021, è stata inserita nella Hall of Fame del calcio italiano nel 2022.
Un’attaccante atipica, forse un falso nueve, un’attaccante dotata di un destro micidiale, di una tecnica sopraffina, ma anche di grande intelligenza calcistica: è abile a svariare sul fronte offensivo, a muoversi tra le linee a creare spazi. Doppia la “specialità della casa”: il colpo di tacco, uno sfizio che si concede spesso, ed il colpo di testa, ancor più da ieri sera.
Con la Nazionale azzurra esordisce nel 2013, supera le 50 reti, queste sono la 60 e la 61, risulta decisiva al mondiale del 2019 con la tripletta alla Giamaica e nella partita con l’Argentina nel nefasto Mondiale 2023, dove l’Italia rese ben al di sotto delle aspettative. Ma la gestione Bertolini non giova al suo talento: c’è un rapporto conflittuale che spesso vede Girelli ai margini delle sue scelte.
Lei non si scompone troppo, lavora e torna protagonista nell’epoca Soncin, che ha ereditato le azzurre nel settembre 2023.
Oltre il campo c’è una Cristiana che ama cucinare (è soprannominata La Chef) e dotata di ottimo senso dell’umorismo «Ringrazio mia sorella Nicole ed il tuo tempismo visto che non era allo stadio perché ha prenotato le ferie proprio questa settimana qui» afferma ridendo nel post Norvegia – Italia ma dimostrando, ancora una volta, il profondo legame con la sua famiglia, innamorata persa soprattutto della sua nipotina Chicca.
Nella scorsa stagione è stata una presenza fissa ad Amazon Prime per commentare la Champions League, ha partecipato anche a Sanremo 2023 presentando uno dei suoi cantanti preferiti, Gio Evan, ma definendosi particolarmente stonata «Se canto io la musica italiana muore». Pratica regolarmente pilates, ama leggere soprattutto Mazzantini e Gramellini, e si è ritagliata un’esultanza ad hoc: la mano sinistra a forma di C intorno all’occhio, e l’altro mano con un dito che ruota libero richiamando proprio il suo cognome.
Dagli scaffali della farmacia di famiglia, rigorosamente usati come porte, all’Europa intera: Cristiana Girelli vuole scrivere altre pagine di storia di questo sport già a partire dalla semifinale di martedì prossimo non tanto, non solo, con i suoi gol, ma anche e soprattutto con l’amore per questo sport, quell’amore che l’ha trascinata fino a qui, filo conduttore di una carriera infinita.
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