Chi è al-Bashir, il nuovo capo del governo siriano
Mohammed al-Bashir, leader del “Governo di salvezza siriano” attualmente al potere nella regione di Idlib, è stato incaricato di formare un nuovo governo per gestire la transizione politica in Siria. A darne la notizia è stata l’emittente qatariota Al-Jazeera in un programma in lingua araba.
La nomina sarebbe frutto di un incontro tra Ahmed al-Shara, meglio noto con il suo precedente nome di battaglia Al-Jolani, e Muhammad al-Jalali, già primo ministro sotto il regime precedente. Al-Shara, un tempo associato al movimento jihadista, ha recentemente adottato il proprio nome reale per sottolineare un cambio di strategia e prospettiva politica.
Le informazioni disponibili sul futuro primo ministro provengono dal sito ufficiale del Governo di salvezza, che ha pubblicato il suo curriculum in formato infografico. Nato nel 1983 nella provincia settentrionale di Idlib, al-Bashir si è laureato in ingegneria elettrica ed elettronica presso l’Università di Aleppo nel 2007. Ha lavorato per la Syrian Gas Company come dirigente di un impianto fino al 2011, quando la guerra civile ha profondamente trasformato la sua carriera e il contesto politico.
Nel 2021 ha conseguito una laurea in Sharia e Giurisprudenza presso l’Università di Idlib, consolidando il suo profilo sia tecnico che giuridico. Successivamente, tra il 2022 e il 2023, è stato ministro dello Sviluppo e degli Affari umanitari nel governo guidato da Ali Abdulrahman Keda. Quest’ultimo è stato il quarto primo ministro del Governo di salvezza, una formazione politica che rappresenta l’opposizione armata nella regione di Idlib.
Nel gennaio 2024, al-Bashir è stato eletto primo ministro dal Consiglio della Shura. La sua agenda politica si è distinta per l’impegno verso la modernizzazione amministrativa, con un focus sull’e-government e sull’automazione dei servizi pubblici. Ha anche promosso una politica fiscale favorevole, riducendo le tasse immobiliari, riformando le normative urbanistiche e avviando un ampliamento del piano regolatore della città di Idlib.
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