che duello sull’Agricoltura, Acquaroli stoppa Carloni. La Lega vuole per sé la pesante delega, ma FdI respinge la richiesta
ANCONA – L’ultimo miglio è sempre il più lungo. Quello che porta all’ottavo piano di Palazzo Raffaello sta diventando infinito. E dire che quel cubo di Rubik chiamato giunta sembrava ad un passo dall’essere risolto.
E invece, proprio quando la strada pare farsi in discesa, dietro la curva spunta una salita inaspettata. I punti fermi vacillano e le falle si allargano. Ma soprattutto, si iniziano ad inasprire gli animi all’interno della coalizione.
Cosa manca
Tra i desiderata del governatore Acquaroli c’era quello di chiudere già ieri il capitolo dell’esecutivo con una squadra definita nei nomi e nelle deleghe da presentare in conferenza stampa. Questo auspicio, con ogni evidenza, slitta nel tempo: gli aruspici parlano di un sipario pronto a calare giovedì, anche se fare pronostici è ormai azzardato. La coalizione si è incartata sulla pesantissima delega all’Agricoltura – che gestisce una cospicua mole di fondi – e ne è partito un braccio di ferro tra Fratelli d’Italia e Lega dagli esiti complicati. E la vischiosa vicenda è riuscita a spezzare un sodalizio molto riuscito durante la campagna elettorale: quello tra il governatore e il deputato della Lega Mirco Carloni. Che da presidente della commissione Agricoltura alla Camera, vorrebbe vedere la delega affidata al Carroccio. Supportato in questo da tutto il partito marchigiano (e a sentir lui anche dal leader nazionale Salvini).
La contrapposizione
Ma Acquaroli non sembra intenzionato a cedere l’Agricoltura, che potrebbe tenere per sé almeno finché la giunta avrà un assetto a 6, oppure (più probabile) affidarla a Giacomo Bugaro (eletto tra le fila di FdI da indipendente) insieme al resto delle attività produttive e al porto. Un’impasse da cui non si riesce ad uscire e su cui si innestano anche altre criticità che si amplificano con il passare del tempo. La coordinatrice vicaria regionale di Forza Italia Jessica Marcozzi, per fare un esempio, non vede di buon occhio che la delega più pesante – quella alla Sanità – vada a Paolo Calcinaro: troppo potere ad un fermano che pesca nel suo stesso bacino di voti. E la fascinazione del manager esterno Enrico Brizioli per quell’assessorato ha trovato terreno fertile qui, anche se l’ipotesi non si è poi concretizzata, ma ha contribuito a rendere la situazione interna agli azzurri altamente esplosiva. Insieme al pressing di pezzi da 90 del Fabrianese per far rientrare Chiara Biondi, se non proprio in giunta, almeno in Consiglio regionale, promuovendo nell’esecutivo Tiziano Consoli. Il tutto si è ingarbugliato al punto che il direttivo regionale di FI previsto per ieri, durante il quale il commissario Francesco Battistoni avrebbe dovuto annunciare il nome dell’assessore e la presidenza del Consiglio a Gianluca Pasqui, è saltato. Se Atene piange, Sparta non ride.
Il post
Anche nella Lega monta il malumore e l’assessore uscente Antonini – che il borsino della giunta dà a quotazioni molto basse – verga un post al vetriolo: «Un mio amico mi ha fatto notare che in tutte le province delle regioni dove si appena andati al voto – Valle d’Aosta, Marche, Calabria e Toscana – Forza Italia è sopra la Lega. Tranne che in una sola provincia dove la Lega è sopra Forza Italia: Ascoli Piceno. Qualcuno si dovrebbe fare qualche domanda e soprattutto darsi delle risposte». Come a voler ipotecare un posto in squadra. Posto che però Acquaroli vorrebbe dare (insieme alla delega al bilancio) a Renzo Marinelli in quota Carroccio, mentre una fetta importante del partito spinge per Enrico Rossi. Un ginepraio che il governatore dovrà dipanare e in tempi brevi. Auguri.