Chat Pile e Hayden Pedigo – In The Earth Again
Dalla collaborazione tra i Chat Pile e il chitarrista Hayden Pedigo nascono le undici tracce di “In The Earth Again”, un album destinato a lasciare un segno profondo nella musica alternativa di questo 2025 ormai agli sgoccioli. Da un lato, le atmosfere cupe e apocalittiche che gravano sul mondo post-industriale nel quale è nato e cresciuto il quartetto originario dell’Oklahoma; dall’altro, le visioni quiete e avvolgenti che la chitarra del giovane texano disegna in spazi immensi, quasi desertici.

Dall’incontro tra due universi così distanti prende forma un disco oscuro e riflessivo, in cui lo sludge metal e il noise rock dei Chat Pile si fanno rarefatti, leggeri come il pulviscolo che si posa sul terreno dopo un incendio devastante. La chitarra di Hayden Pedigo, dal suono liquido e vasto, riecheggia tra le rovine fumanti del rumore assordante ma profondamente umano prodotto da Raygun Busch e soci.
Il risultato è straniante ma affascinante: le trame sonore intrecciate da due sensibilità solo in apparenza inconciliabili avvolgono completamente l’ascoltatore, che già dai primi arpeggi di “Outside” viene trascinato in un oceano di suoni e melodie (più o meno definite) che vanno dal dolce all’inquieto, dal commovente al disumano. È un’allucinazione collettiva nella quale è facile smarrirsi, passando dall’arida desolazione di “Demon Time” alla furia obliqua di “Never Say Die!”, dalla cieca devastazione di “Fission/Fusion” alla struggente “A Tear For Lucas”, ballad acustica in cui Raygun Busch canta con la voce incrinata, vicino alle lacrime, ricordando un amico scomparso.
Nel mezzo si agitano spettri di folk, shoegaze, drone, sadcore, country e blues che volteggiano come avvoltoi sulla carcassa di un mostro deforme, nato da un’unione sacrilega tra Ry Cooder e i Crowbar. Sembra tutto sbagliato, ma miracolosamente non lo è.
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