Champagne, vendemmia 2025 di qualità ma il mercato non soddisfa – Vino
(ANSA-AFP) – La vendemmia 2025 in Champagne ha prodotto uve che promettono “vini di altissima qualità”, secondo l’Unione Generale dei Viticoltori di Champagne (Sgv), che tuttavia si dichiara “molto preoccupata per il declino” dei principali mercati. L’Unione chiede “una maggiore mobilitazione da parte delle autorità pubbliche” per facilitare l’accesso ai mercati. È stata “una vendemmia splendida, con condizioni meteorologiche straordinarie, quindi siamo molto soddisfatti”, ha detto Maxime Toubart, presidente della Sgv. “Questo – ha sottolineato – ci ha permesso di avere un eccellente stato delle uve e una splendida maturità aromatica. È ancora troppo presto per dire se sarà un’annata eccezionale, ma alcuni enologi affermano che uve eccezionali produrranno senza dubbio vini eccezionali”. La vendemmia precoce, iniziata il 20 agosto nella regione dell’Aube, si è conclusa intorno al 10 settembre.
“Dal 2000, abbiamo vendemmiato ad agosto sette volte, il che dimostra il cambiamento climatico”, ha osservato ancora Toubart. In termini di quantità, si prevede che la resa del 2025 sarà compresa tra 9.000 e 10.000 kg/ha, garantendo così l’obiettivo di volume commercializzabile (9.000 kg/ha) che il settore si era prefissato a luglio. Seguendo un modello unico nella viticoltura francese, la Champagne stabilisce ogni anno un obiettivo di volume produttivo in base alle sue previsioni di vendita. Dal 2022, questo volume è stato ridotto ogni anno, “una dimensione quantitativa controllata “, ha sottolineato Toubart.
Sul fronte commerciale, il settore auspica una stabilizzazione delle spedizioni rispetto al 2024 (271,4 milioni di bottiglie, in calo dopo tre anni intorno ai 300 milioni). Il mercato francese (44% dei volumi) rimane “segnato dalla persistente crisi e dal calo del potere d’acquisto”, sottolinea Estelle Thibault, direttore generale di Sgv. Per quanto riguarda le esportazioni (56% dei volumi e 64% del valore), lo champagne rimane esposto “a politiche protezionistiche, nonché a una maggiore concorrenza” da parte di altri vini spumanti.
Di fronte a queste difficoltà, Sgv chiede di perseverare nei negoziati con gli Stati Uniti, che dal 7 agosto impongono un dazio doganale del 15% sui vini europei. “La questione non è chiusa, abbiamo ancora speranza”, ha concluso Toubart. (ANSA-AFP).
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