“Cessate il fuoco è temporaneo” – Il Tempo
Israele e Gaza si preparano all’entrata in vigore dell’accordo di cessate il fuoco. La tregua, secondo quanto annunciato dal Qatar (che è stato Paese mediatore) inizierà domenica alle 8.30 locali, le 7.30 in Italia. Nel primo giorno di tregua dovrebbero essere rilasciati 3 ostaggi israeliani, tutte e tre donne, e 95 detenuti palestinesi. Ma la sera prima dell’attesa applicazione del piano Benjamin Netanyahu ha avvertito che Israele non aveva ancora ricevuto i nomi degli ostaggi: «Non procederemo» con il cessate il fuoco finché Hamas non fornirà la lista, ha fatto sapere il premier israeliano. In base all’accordo, Hamas doveva fornire i nomi degli ostaggi almeno 24 ore prima del loro rilascio, che sarebbe dovuto essere alle 16 ora locale di domenica, le 15 in Italia. Netanyahu è poi andato oltre: in un discorso alla nazione, il primo intervento pubblico dopo il raggiungimento dell’accordo, a circa 12 ore dall’avvio della tregua ha dichiarato «il cessate il fuoco è temporaneo» e che Israele si «riserva il diritto di tornare in guerra» se necessario e ha detto di avere il sostegno di Donald Trump. In particolare, il premier israeliano ha detto che sia il presidente Usa uscente Joe Biden sia quello eletto Donald Trump hanno dato garanzie che la guerra riprenderà se i negoziati sulla seconda fase dell’accordo saranno improduttivi.
L’intesa – raggiunta da Israele e Hamas attraverso la mediazione di Usa, Qatar ed Egitto – è divisa in tre fasi. La prima, che entrerà in vigore domenica, durerà 6 settimane. I negoziati su seconda e terza fase dovrebbero iniziare nel 16esimo giorno della prima e, al termine delle 6 settimane, il Gabinetto di sicurezza di Israele deciderà come procedere. Durante i 42 giorni della prima fase dovrebbero essere rilasciati in totale 33 ostaggi: 3 donne il primo giorno, 4 persone il settimo giorno e 26 nelle restanti 5 settimane. Secondo le stime israeliane, dei 33 ostaggi che verranno rilasciati nella prima fase almeno 25 sono vivi. In cambio Israele – secondo quanto reso noto dall’Egitto – libererà 1.890 detenuti palestinesi. Sui numeri è regnata l’incertezza per giorni e sabato il ministero della Giustizia di Israele ha diffuso una lista di oltre 734 detenuti palestinesi che aveva in programma di liberare, di cui 95 nel primo giorno di tregua, cioè domenica. Il via libera del governo di Israele all’intesa è giunto nella notte fra venerdì e sabato. Da un punto di vista politico, a seguito del semaforo verde all’accordo il ministro israeliano della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e altri due ministri del suo partito di estrema destra, cioè Yitzhak Wasserlauf e Amichai Eliyahu, lasceranno il governo. Non lascerà invece l’altro ministro più a destra di Netanyahu, il titolare delle Finanze Bezalel Smotrich, che nonostante la sua contrarietà all’accordo ha detto che il premier ha promesso che Israele perseguirà una «graduale presa di controllo» dell’intera Striscia di Gaza. Gli Stati Uniti hanno promesso che Israele avrà gli armamenti necessari per tornare a combattere se necessario, e lo farà «in modi nuovi e con grande potenza», ha poi detto Netanyahu nel suo discorso tv. Intanto sono 23 i palestinesi uccisi nei raid israeliani su Gaza nelle ultime 24 ore. «L’occupazione non è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi aggressivi, ed è riuscita solo a commettere crimini di guerra che mettono in imbarazzo l’umanità», ha dichiarato Hamas. Mentre a Tel Aviv c’è stato un accoltellamento: un aggressore identificato come Salah Yahye, 19enne originario di Tulkarem, in Cisgiordania, ha ferito una persona e un passante che era armato gli ha sparato.
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