Liguria

Certosa sott’acqua tra i cantieri aperti, i comitati: “Di nuovo al collasso, servono fondi”


Genova. “Chi aveva mai visto via Rossini trasformata in un torrente? Allagata sì, ma non un torrente, e piazza Pallavicini trasformata in un lago?”. Se lo chiedono dal comitato Liberi cittadini di Certosa, quartiere che sabato 15 novembre è nuovamente finito in ginocchio a causa del maltempo.

Il “solito” sottopasso di Brin chiuso per allagamenti, i fondi della scuola di piazza Pallavicini con dieci centimetri d’acqua sul pavimento, via Rossini trasformata per qualche ora in un torrente, i bassi di via Della Pietra invasi dal fango e poi i detriti e il fogliame nella zona dei cantieri della metropolitana (via Zella, via Mansueto, via Ariosto) che, otturando i tombini, rende la situazione ancora più instabile. A poca distanza, il Rio Fegino, ancora una volta esondato, e via Ferri allagata.

“I cantieri delle infrastrutture di certo hanno le loro responsabilità perché modificano continuamente l’assetto del territorio, intasano le caditoie, le canalette di scolo – dicono dal comitato – ma devono essere sorvegliati, e in caso di danni, le società devono risponderne”.

“Servono finanziamenti subito – prosegue l’appello – la sindaca Silvia Salis fa bene a chiedere ad Autostrade i risarcimenti per i danni causati alla città dal Ponte Morandi, faceva bene l’allora consigliere Gianni Crivello a denunciare che i soldi di Autostrade dovevano servire per la Valpolcevera e non finire in opere che nulla avevano a che fare con il nostro territorio. La Valpolcevera non ha avuto nulla, non si tratta di compensazioni ma di conservazione”.

Il comitato ha intenzione di portare il tema all’attenzione della prossima riunione della cabina di regia coordinata dall’assessore ai Lavori pubblici e infrastrutture del Comune di Genova, Massimo Ferrante, e continua a chiedere una commissione consiliare a Tursi sul tema.




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