CENTRO STORICO- SI CHIUDE LA STALLA QUANDO I BUOI SONO SCAPPATI
“Da parte della amministrazione comunale di Castiglion Fiorentino sono stati pensati dei provvedimenti per tentare di favorire la presenza di attività commerciali nel centro storico. In particolare, come era già stato fatto in passato, si vuole utilizzare la leva fiscale per aiutare l’insediamento di attività commerciali. Ridurre dell’80% l’Imu per chi affitta fondi a uso commerciale è una buona cosa ma fatta oggi appare una misura tardiva e non all’altezza della crisi che il centro storico castiglionese sta attraversando. Negli ultimi mesi c’è stata infatti un’accelerazione paurosa di chiusura e trasferimenti: banche, servizi, negozi, una situazione che rischia di allargarsi a macchia d’olio. In consiglio comunale, come gruppo consiliare, abbiamo fatto alcune proposte.”
Il capogruppo di Rinascimento Castiglionese Paolo Brandi interviene sulla chiusura degli esercizi commerciali nel centro del paese.
“La prima nasce da una domanda. In un momento generale di difficoltà per il piccolo commercio è giusto sostenere solo le attività del centro storico? Noi abbiamo proposto che le agevolazioni non vengano pensate solo per i commercianti del centro storico ma anche per coloro che lavorano fuori dalle mura, perché, a nostro avviso, il tessuto commerciale è fondamentale per la qualità della vita di un paese. Abbiamo anche detto che non si può continuare a pensare che il commercio possa prescindere dalla residenza. Castiglion Fiorentino sta pagando un prezzo altissimo al calo demografico, quai 2000 residenti in meno, sarebbe il caso di mettere in campo azioni in grado di fermare questo decremento. Più servizi, più aiuti alle giovani coppie ma soprattutto più opportunità di lavoro. In questo senso Castiglioni ha perso molte delle sue caratteristiche di polo attrattivo per imprese e aziende.”
“In ultimo se si considera il centro storico come parte vitale per storia, tradizione e valori della comunità basta solo stabilizzare il commercio oppure ci vuole un progetto che guardi al futuro? Da parte dell’amministrazione si annunciano azioni eclatanti ma che però nessuno conosce. Tutto è rimandato alla primavera «con iniziative concordate con le associazioni di categoria». Si decide in pochi, senza coinvolgere il Consiglio Comunale, senza tener conto di chi vive dentro le mura e di chi svolge attività diverse dal commercio. Ma davvero qualcuno pensa che la vitalità di un centro storico nasca solo dalle feste? Ci vuole ben altro, ci vuole un progetto per la valorizzazione dei beni storici, un sostegno alla residenza in particolare per anziani e giovani, ci vuole un minimarket, ci vogliono servizi a cominciare da quelli di collegamento con la stazione e le strutture sanitarie, sviluppo delle reti telematiche, miglioramento del decoro urbano. Ci vuole insomma un progetto in grado di affrontare le sfide del futuro.”
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